La Vergine di Guadalupe
Tra il 9 e il 12 dicembre del 1531, la Vergine di Guadalupe apparve più volte a Juan Diego Cuauhtlatoatzin – un azteco di cinquantasette anni convertito al cristianesimo – sulla collina del Tepeyac a nord di Città del Messico, per chiedere la costruzione di un tempio a Lei dedicato.
Il nome Guadalupe pare sia stato dettato da Maria stessa a Juan Diego, anche se alcuni ipotizzano che sia la trascrizione in spagnolo dell’espressione azteca Coatlaxopeuh, cioè “Colei che schiaccia il serpente“. Attualmente, ai piedi del colle, vi è la Basilica di Nostra Signora di Guadalupe dove è custodita la straordinaria tilma, cioè il mantello di Juan Diego sul quale, miracolosamente, e all’istante davanti a tutti, si impresse l’immagine integrale di Maria per dimostrare al vescovo la veridicità delle sue apparizioni.
La tilma è composta da due teli di fibra d’agave cuciti insieme. Il tessuto del mantello è ruvido ma la parte dove risulta impressa l’immagine è diventata liscia come la seta. Non vi è traccia di sostanze di fondo a preparazione né tracce di pennello. Questo mantello sembra proprio indistruttibile; si è salvato da un potente solvente con acido nitrico – e l’immagine si è auto-restaurata nel giro di 30 giorni – e da un attentato dinamitardo che ha distrutto finestre fino a 150 metri di distanza ma che non ha intaccato il vetro frangibile del quadro.
L’immagine acheropita, cioè non fatta da mano umana, è stata impressa tutta allo stesso tempo e la sua colorazione non presenta sostanze animali né minerali. Essa è nitida nonostante il trascorrere degli anni. Provarono anche a riprodurla su uno stesso tessuto ma dopo otto anni si era già rovinato, diversamente dall’originale il quale invece è del tutto integro dopo 500 anni.
La figura impressa rappresenta una giovane indiana con la pelle dal colore meticcio; Virgen morenita, come viene soprannominata dai fedeli, significa infatti Vergine meticcia. La grandezza della figura è di 1,43 m, cioè leggermente inferiore al naturale. La Vergine Maria è circondata da raggi del sole che si intensificano sul ventre e ha la luna sotto ai suoi piedi. Le due mani sono di colore una più scura dell’altra a indicare l’unione di popoli. I capelli sciolti di Maria sono simbolo azteco di verginità; Ella inoltre indossa un abito lungo e una cintura di colore viola chiusa a fiocco indicante lo stato di gravidanza delle donne azteche. Sul mantello compaiono 46 stelle che rappresentano esattamente le costellazioni di quella notte. Sotto la luna c’è un angelo – dalle ali colorate di bianco, rosso e verde, cioè i colori dell’attuale bandiera messicana – che sostiene la Morenita.
Il dr. P. Callahan, biofisico dell’Università della Florida, nel 1979 analizzò il mantello ai raggi infrarossi e scoprì che esso ha una temperatura costante tra i 36,6 e i 37 gradi Celsius, che è la temperatura normale di una persona viva. Il dr. C. Fernández de Castillo ha trovato sul ventre di Maria un fiore a quattro petali che gli aztechi chiamavano “Nahui Ollin”, simbolo del sole e della pienezza, ed ha affermato che le dimensioni della figura sono quelle di una gestante a pochi giorni dal partorire. Il fotografo J. C. Salinas Chávez ha dichiarato che entrambe le pupille di Maria, a forte ingrandimento, mostrano riflessa la testa di Juan Diego.
In sintesi, la tilma ha delle caratteristiche straordinarie che la scienza non riesce proprio a spiegare. Intanto la Chiesa cattolica ha riconosciuto le apparizioni e Juan Diego è stato proclamato santo da Giovanni Paolo II.
La Madonna di Guadalupe – cura e conforto a tutti gli oppressi – è venerata dai cattolici come patrona delle Americhe e di tutti i bambini non nati. La sua festa si celebra il 12 dicembre, il giorno della sua ultima apparizione.
di Angela Di Scala