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Mete di quiete e pace dell’anima

Venerdì 8 novembre è iniziato il pellegrinaggio della Parrocchia Santa Maria Assunta, organizzato dal Parroco don Pasquale Trani, verso Assisi, La Verna e Spoleto.

Noi pellegrini, provenienti da diverse parti dell’isola, ci siamo trovati al porto di Casamicciola pronti a partire verso le terre francescane del Santo di Assisi. Un allegro gruppo in cui ognuno aveva la sua spiritualità. Non sempre il compagno di viaggio che intraprende la tua stessa strada la pensa come te, ma alla fine, nonostante le diversità, si crea quel legame di rispetto e amicizia che ti fa apprezzare e capire anche le persone che la pensano diversamente!

Il primo giorno, quello del viaggio, siamo stati quasi sempre sul bus, dove, tra una preghiera, un canto e un rosario, siamo arrivati in serata alla struttura che ci ha ospitato. Il nostro primo ritrovarsi accanto è stato seduti davanti ad un bel piatto di carne che ci ha ricaricati del lungo viaggio.

Il vero primo giorno di pellegrinaggio lo abbiamo vissuto nella splendida Assisi dove Laura, la nostra guida, ci ha fatto conoscere la storia di San Francesco e dove l’arte, principalmente di Giotto, ci ha fatto entrare ancor più negli episodi della vita del Poverello di Assisi. Abbiamo quindi visitato la chiesa di santa Chiara, dove ci siamo fermati in preghiera nella Cappella di San Giorgio, dove è posto il crocifisso di San Damiano che parlò a San Francesco. Nel pomeriggio a San Damiano, abbiamo percorso i vicoli e le stradine che un tempo i frati percorrevano.

Questa santità è vera, unica, di una persona che, pur potendo avere tutto, ha lasciato le sue ricchezze per mettersi al servizio dei più bisognosi, i poveri, gli ultimi, che alla tavola di Francesco erano considerati sempre speciali.

Circondati da frati che portavano il peso di tanta fraternità, il nostro don Pasquale ha potuto concelebrare la Messa all’interno della chiesa della Spogliazione, dove riposano le spoglie del prossimo Santo, il Beato Carlo Acutis, ma soprattutto farci gustare quello spirito di santità che ci porta verso il cielo.  

Domenica abbiamo iniziato a percorre la salita al monte della Verna, luogo dove San Francesco, 800 anni fa, ricevette le stimmate. La Verna, dove si erge questo antico monastero arricchito dalle meravigliose terrecotte invetriate dei Della Robbia, è stato luogo di ritiro per Francesco e anche noi, percorrendo quei sentieri, abbiamo provato sul volto il gelido vento che chissà quante volte avrà sentito lui, e i raggi del sole segnavano quella strada da  dove forse tutto ha avuto un inizio.

L’ora media, con le preghiere dette da quella schiera di frati incappucciati, ti faceva ritornare indietro nel tempo e rivivere emozioni attraverso il canto gregoriano e le preghiere sussurrate direttamente al cuore.

A un certo punto, durante la processione verso la Cappella delle Stimmate, ti sentivi come se avessi le ali ai piedi e, avvolto da quel calore, tutt’uno con chi avevi accanto.

Lunedì, giorno del ritorno a casa, abbiamo visitato Spoleto, città dove sia san Francesco sia sant’Antonio da Padova sono stati eletti agli onoro degli altari.

San Francesco, che a piedi nudi percorreva quei sentieri rocciosi, riposava in un posto tra due rocce dove vi era un sasso: il suo letto dove con una corona tra le mani rivolgeva le sue preghiere al Signore.

San Francesco, il santo dei poveri, il santo umile proprio come il nostro Santo isolano delle 100 pezze, San Giovan Giuseppe della Croce, un legame nel tempo che ci unisce tra isola e montagna in un’unica spiritualità, quella francescana.

È la prima volta che un Pellegrinaggio mi apre il cuore di tanta spiritualità, di vera fede di chi ogni giorno con l’esempio dona la propria vita per l’altro.

Mete francescane, mete di quiete e pace dell’anima.

di Natalia Arcamone e Ylenia Patalano

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