La bella avventura di Marco, un ragazzino italo-francese: quando la scoperta di un reperto è frutto di entusiasmo giovanile, amore per il mare e sport.
La costa di Arco Felice è quella dell’antico Portus Julius e può ancora offrire sorprese. Marco Fabozzi è un ragazzo italo-francese di undici anni e come tanti suoi coetanei è mosso dalla curiosità. Il comune denominatore è il mare, e a riunire i fili c’è l’Asd Black Dolphin, della cui scuola di vela Marco è allievo.
La scorsa estate, immerso con maschera e boccaglio a poca distanza dalla riva, il ragazzino ha notato delle pietre colorate e spinto dalla curiosità, ha capovolto uno di questi sassi. Sorpresa: si trattava di un pezzo di marmo su cui erano incise lettere e numeri romani. «Sembrava un sasso come tanti – ha poi dichiarato – ma quando l’ho girato, ho capito che era qualcosa di speciale».
Portato all’asciutto, il reperto è finito sotto gli occhi dei genitori di Marco e del presidente dell’Asd Black Dolphin, Gianluca Montuoro. Il frammento è stato prontamente consegnato alla Soprintendenza, che ha avviato le prime indagini per stabilirne l’origine e la datazione. Dai primi studi, sembra che il frammento di marmo possa essere parte di una più ampia iscrizione funeraria o di un antico calendario romano. Gli esperti ritengono che la scoperta possa fornire nuove informazioni sul passato dei quartieri periferici dell’antica Puteoli. Infatti, quel tratto di costa in una zona oggi sommersa a causa del fenomeno del bradisismo, un tempo ospitava il vicus Annianus, un antico quartiere della periferia di Puteoli, voluto dall’imperatore Adriano per accogliere artigiani e commercianti provenienti dall’Oriente.
Gianluca Montuoro ha espresso il suo orgoglio per Marco: «Siamo incredibilmente orgogliosi di lui. Il suo spirito avventuroso e la sua curiosità hanno portato a una scoperta che potrebbe arricchire la nostra comprensione della storia locale».
Ma al di là della scoperta archeologica, questa storia ci offre uno sguardo emozionante sul potenziale dei giovani e sull’importanza della curiosità e dell’avventura nella loro formazione. Marco, un ragazzino appassionato del mare, ha dimostrato come l’iniziativa personale e l’interesse per il mondo che ci circonda possano portare a risultati straordinari.
Quando gli è stato chiesto come si sente riguardo alla sua scoperta, Marco ha risposto con una luce negli occhi: «Mi piacerebbe continuare a esplorare, magari un giorno diventare un archeologo e scoprire altri tesori nascosti sotto il mare». Le sue parole sono una testimonianza della magia del momento e delle speranze affidate ai giovanissimi, a coloro che con il loro entusiasmo e la loro freschezza possono ancora sorprenderci e insegnarci tanto.
Nel frattempo, la Soprintendenza continuerà le indagini per determinare con maggiore precisione la datazione e il significato del frammento. Ma una cosa è certa: Marco Fabozzi, il piccolo archeologo subacqueo di Pozzuoli, grazie alla sua curiosità e al suo coraggio, ha riportato alla luce un pezzo di storia antica che altrimenti sarebbe rimasto sepolto sotto il mare per altri millenni. E chissà, magari questa è solo la prima di molte altre scoperte per lui e per la nuova generazione di giovani esploratori.
di Antonio Cangiano