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E se avessimo sbagliato tutto?

Commento al Vangelo Mt 11,2-11

La terza domenica di Avvento ci dice che si avvicina a grandi passi il Natale. Ci siamo già, l’Avvento vola e i giorni sono sempre più frenetici tanto da farci dimenticare il tempo che stiamo vivendo, tanto da farci dimenticare i propositi che abbiamo fatto all’inizio di questo periodo. Oggi ci viene proposta una pagina evangelica forte, veramente bella, che ci chiama di nuovo a riflettere su un aspetto fondamentale della nostra fede: i dubbi. È Giovanni Battista, il grande profeta, l’uomo di roccia granitica, il figlio di Zaccaria ed Elisabetta, l’uomo che ha annunciato e gridato che il messia va accolto con preparazione: è in crisi. La liturgia non ha paura di porci dubbi e difficoltà che possiamo incontrare nel cammino della nostra fede: Giovanni Battista è in carcere ed è in crisi.

Se si fosse sbagliato? E se ci fossimo sbagliati su tutto? Stiamo con forza cercando di riappropriarci dell’ennesimo Natale, cercando di non sprecarlo in altro, stiamo cercando di riappropriarci della notizia più bella di questo mondo, questo Dio che viene, questo Dio che prende carne, che è sempre con noi, che condivide, eppure se ci guardiamo attorno i dubbi aumentano, diventano ingombranti, pesanti: dov’è questa salvezza? Dov’è il Signore? Dove sta questa nuova umanità, redenta, questi cieli nuovi e terra nuova in cui ha stabile dimora la giustizia? Non c’è pace, non c’è amore, non c’è giustizia. E allora? Se ci fossimo sbagliati? Forse alla fine Gesù è una grande persona, bella, in gamba, tenerissima, eccezionale ma niente di più? E se Gesù fosse solo un uomo speciale come tanti altri? Eh sì, la fede non da risposte, ma pone delle domande.

Chi crede si fa delle domande. Anche al più grande uomo mai esistito sulla terra, e lo ha detto Gesù, al Battista, è venuto il grande dubbio. Se è successo a lui, possiamo permettercelo anche noi. Giovanni è rinchiuso a Macheronte, è stato richiuso per aver avuto il coraggio di dire la verità, per aver detto pubblicamente che l’adulterio è un peccato davanti a Dio, ed Erode era un adultero. Tutti sanno ma nessuno ha il coraggio di dire (molto simile ai nostri tempi): Erodiade non è la moglie legittima di Erode Antipa, è la cognata. Questa donna odia questo profeta e lo fa richiudere (sappiamo come finisce la storia).  A Giovanni però non importa la sua fine, non lo inquieta, c’è una cosa che gli tormenta il cuore: la sua vita è servita a qualcosa? E se si fosse sbagliato? Ha passato la sua vita a gridare l’avvento del Messia, a parlare di fuoco, di ventilabro, di divisione tra buoni e cattivi; ha passato la sua vita a minacciare punizioni da buon profeta dell’Antico Testamento.

Un giorno riconosce che tra i suoi discepoli c’era anche suo cugino e quel cugino era più grande di lui, lo additerà come il Messia. Finalmente è arrivato il giustiziere, adesso è inutile scappare. Gli arrivano notizie dal carcere che Gesù parla di amore, di conversione, di credere al Vangelo, parla di pecore smarrite che tornano, di grandi perdoni, di samaritani ammessi all’amore di Dio, e va in crisi; niente di tutto quello in cui aveva creduto e detto. Grande Dio, quante volte anche noi facciamo la stessa esperienza! Anche noi crediamo di sapere già tutto di Dio, della fede! Giovanni va in crisi, non capisce più nulla, ha sprecato la sua vita, non ha fatto nulla di buono (quante volte sento questa espressione degli anziani davanti alle novità e alle opportunità del tempo presente!). Giovanni manda a dire al cugino (che bella questa scena): sei tu? Dobbiamo aspettare un altro? È come se stesse chiedendo a Gesù: ma io sono servito a qualcosa? La mia vita è valsa la pena spenderla così? Ne è valsa la pena fare la nonna così. Il marito così, il prete così? Immenso Giovanni Battista! Quante volte questo dubbio ci rode dentro! Dobbiamo avere il coraggio di affrontarlo questo dubbio non di cacciarlo! I dubbi sono doni di Dio perché con loro abbiamo la possibilità di crescere! Gesù manda a dire a Giovanni (a me e a te): Guardati intorno! Spalanca il tuo sguardo! Non gli dice sì, ma gli dice apri la mente, apri il tuo cuore, guarda cosa sta succedendo ai ciechi, agli zoppi, ai sordi (erano le profezie dell’antico testamento inerenti al Messia), guarda la parola che viene annunciata, guarda quante persone stanno cambiando! Sì, il nostro Giovanni doveva convertirsi, lui che ha gridato la conversione. Cambia tu prima di cambiare le cose. La conversione consiste nel cambiare lo sguardo prima che cambiare la realtà, nel vedere le cose sotto una luce completamente diversa, nel capire e vedere che si può fare, che il Signore opera all’interno. Ho visto persone aprirsi nel cuore e cambiare all’ascolto della parola; ho visto malati che hanno convertito i cuori e ho visto tanti piccoli segni di generosità, di bellezza, di verità, della vita bella e nuova del Vangelo. Questa è la grande sfida di questo Natale: cambia il tuo sguardo, smettila di lamentarti, veramente Dio fa nuove tutte le cose a partire da te. La risposta di Gesù non è evidente, perché egli ci chiama ad evidenziare ciò che abbiamo intorno e dentro il nostro cuore. Il brano biblico di questa domenica si conclude con un piccolo dialogo tra Gesù e i discepoli. Dice: “Chi siete andati a vedere?”.  Non dice chi siete andati ad ascoltare, ma chi siete andati a vedere perché il Battista era ed è una testimonianza vivente col suo modo di essere. La nostra vita è una candela che arde e si consuma. Cosa siete andati a vedere? Non un grande maestro – e il Battista ha fatto un grande movimento intorno a sé anche dopo Gesù -, ma siamo andati a vedere un uomo “consumato dalla parola” e in particolare dal ciclo di storie sul profeta Elia. Sì, non guardiamo solo intorno ma cerchiamo di essere noi stessi testimonianza come Gesù ha chiesto di vedere. In questi pochi giorni allora spalanca il cuore e diventa una testimonianza vivente. Godiamoci questi ultimi giorni perché il Signore viene e non dobbiamo dubitarne. Buona domenica!

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