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Ciao Bambini e buon Avvento! Proprio con domenica 27 novembre ha inizio un nuovo anno di fede in Gesù! Questi 365 giorni, infatti, saranno accompagnati dalla vita e dalle opere di Gesù, dalle sue parole e dai suoi fatti. Parole e gesti che per noi diventano la via da percorrere per crescere e maturare nella fede! La parola Avvento ha la sua origine dal latino “Adventus” che significa “Venuta” e siamo tutti d’accordo nel dire che questo tempo ci prepara alla festa del Natale, vero? Una festa bella e piena di luci perché ci ricorda che Gesù è la luce vera che illumina le tenebre del mondo! Ma questo periodo ci prepara anche ad altro: l’Avvento è un tempo che ci educa all’attesa delle cose che verranno, ma soprattutto, all’attesa del ritorno di Gesù!

Tutti noi viviamo in una società frettolosa del ‘tutto e subito’; l’Avvento invece serve proprio per imparare ad attendere, ad aspettare, ad avere pazienza. Vi è mai capitato di aspettare qualcosa? Sì, vero? Per esempio, aspettiamo le vacanze, aspettiamo un amico, aspettiamo una bella notizia… aspettiamo tante cose. E come aspettiamo, di solito? Con ansia, gioia, speranza e anche un po’ di rabbia, se il tutto tarda. Ma attendere Gesù è diverso e Lui, nel Vangelo di Marco di domenica 27 novembre, ci indica come comportarci nel frattempo: “In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo»”.

Cari bambini, abbiamo già sentito queste parole, non è vero? E perché Gesù le ripete? Perché sono importanti! Gesù, infatti, ci dice che non dobbiamo fare finta di nulla come hanno fatto gli uomini al tempo del grande diluvio universale! Noi, soprattutto, sappiamo che il Signore ci ha promesso che tornerà per portarci con Lui nel Suo regno di Gloria! E ci dice di vegliare! Che vuol dire? Attendere con speranza senza sapere come e quando accadrà, ma vivendo come Lui ci ha insegnato! Il Natale ci ricorda, infatti, che è venuto circa duemila anni fa, facendosi uomo come noi, per rivelarci il volto buono del Padre, salvarci e mostrarci come dobbiamo vivere per essere suoi figli e fratelli tra di noi. Quindi cosa dobbiamo fare? Dobbiamo farci trovare pronti, svegli, preparati ad accoglierlo.

Gli atteggiamenti che ci aiutano ad essere così sono quelli che ci fanno mettere in pratica i suoi insegnamenti: gesti di bontà, generosità, servizio verso chi è più debole e solo, di perdono. Ogni domenica, celebrando l’Eucarestia, siamo chiamati a verificare se stiamo camminando per la strada del Signore. La Messa ci aiuta a correggere il cammino, a guardarci dentro con l’ascolto della Parola e a nutrirci di forza e di grazia con l’Eucarestia che è il vero Pane del Cielo. Cibarci di Gesù ci aiuta ad essere come Lui: imitatori della sua bontà e del suo perdono verso tutti! Quindi bambini, ogni giorno impariamo a fare spazio nella nostra vita al bene e al bello. Impariamo a non chiudere il cuore agli altri, a non escludere nessuno dalla nostra amicizia. Questo significa vivere il tempo dell’attesa. Un’attesa operosa, impegnata, così che quando il Signore verrà ancora, ci riconoscerà proprio perché gli assomiglieremo.

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