Grazie al supporto del Vescovo Gennaro, nella “Cittadella della Carità” in zona Monterone a Forio fioriscono iniziative per sostenere il territorio.
“Grandi cose ha fatto il Signore per noi ha fatto germogliare i fiori tra le rocce”
Così recita un celebre e amato canto che allieta spesso le nostre celebrazioni eucaristiche, ispirandosi al Salmo 125, il salmo della gioia del ritorno, quando, dopo aver seminato “tra le lacrime” si miete “nella gioia”. È un salmo che ci ricorda che i progetti dell’uomo, anche quando egli opera nel segno del Vangelo, per quanto ben organizzati, possono subire modifiche e cambiamenti, poiché gli obiettivi dell’uomo possono non coincidere con quelli del Signore. Ma è importante seminare, a volte anche “nel dolore”, come ci ricorda il salmo, cioè avere fede e procedere, pregando affinché lo Spirito Santo spinga le vele delle nostre iniziative nella giusta direzione. È quanto sta sorprendentemente accadendo a Monterone, rione del comune di Forio, nella Cittadella della Carità.
La Cittadella (leggi la prima parte in questo articolo) è una struttura nata di recente – è stata inaugurata il 7 aprile scorso alla presenza del Vescovo Pascarella, delle autorità e dei responsabili di Caritas Italiana – dalla ristrutturazione di un edificio che per molti anni è stato sede di una Scuola dell’Infanzia, allo scopo di ospitare un Emporio Solidale, cioè una nuova forma di distribuzione di generi alimentari per le famiglie indigenti, ma soprattutto per diventare un centro di ascolto, con una mensa e servizi – anche con fornitura di capi di abbigliamento – per tutte le persone in difficoltà, anche abitativa. La struttura dalla sua inaugurazione ha funzionato bene per quanto riguarda la distribuzione di generi alimentari e di igiene personale – che avviene due volte a settimana – meno bene per il resto dei servizi, che sono rimasti fermi per varie difficoltà organizzative.
Ma se nella Cittadella non sono giunti gli ospiti che gli operatori della Caritas avevano immaginato di accogliere, altri ospiti si sono affacciati per curiosare, per guardare in quel cortile accogliente, ma vuoto, che sembrava fatto apposta per loro: i bambini che abitano nei dintorni della Cittadella. Con aria esitante si sono avvicinati per perlustrare, per osservare. Erano i tanti bambini del rione, tra loro anche stranieri, quelli che nel pomeriggio non hanno dove andare a giocare, quelli che tutti scacciano perché danno fastidio con le loro pallonate, quelli per i quali nessun adulto riesce ad organizzare nulla, che spesso si trasformano in piccoli teppisti, così, per gioco, perché nessuno li vuole. E dietro di loro si sono affacciate le mamme, un po’ preoccupate, un po’ diffidenti, per vedere dove e con chi i propri figli passassero il tempo. La Cittadella ha accolto tutti, figli e mamme, in un unico abbraccio, quello di tutti gli operatori dell’Emporio, ma soprattutto quello di Giovanna, la responsabile della Cittadella. Siamo quindi anche noi andati a curiosare, per capire cosa stesse nascendo a Monterone.
Giovanna ti accoglie con il suo luminoso sguardo e ti contagia con la sua gioia e la sua passione commovente. Ha raccontato questa straordinaria avventura con il suo meraviglioso sorriso e gli occhi splendenti di chi vede realizzarsi la grazia di Dio. Nella Cittadella, intorno ai suoi piccoli ospiti, ma anche intorno alle loro mamme – ha detto – sono nate una serie di iniziative rivolte ai ragazzi della zona, grazie anche alla operosità di alcune mamme del volontariato di diverse parrocchie dei Decanati di Lacco/Casamicciola e Forio. I ragazzi, piccoli e grandi, hanno un ampio cortile in cui giocare e due volte a settimana possono usufruire di un doposcuola offerto gratuitamente da due insegnanti volontarie. Inoltre si è pensato di allestire piccoli laboratori per la realizzazione di manufatti natalizi, nei quali, grazie alle tante competenze e alle “mani di fata” delle mamme del volontariato, si lavorano tessuti, si riciclano materiali, si trasforma la carta e il cartone, la plastica, il feltro, la gomma e l’alluminio. Non mancano le nonne che realizzano cestini in rafia, mostrando ai più piccoli quell’arte dell’intreccio che una volta era un vanto dell’artigianato locale.
Ma la Cittadella non offre solo questo: si prende anche carico di organizzare feste di compleanno per i bambini che non potrebbero permettersele, accoglie ed educa alla solidarietà, avvicinando bambini che vivono nel benessere a quelli in difficoltà, accogliendo anche bambini e ragazzi di altre religioni. Anche i ragazzi più grandi, quelli che vivono situazioni di particolare disagio e che a volte compiono piccoli atti di vandalismo nel rione, sono trattati con rispetto, con atteggiamento educativo e non punitivo. Loro non entrano ancora, ma si affacciano e salutano con un sorriso di rispetto. La Cittadella è quindi una vera scuola di carità e su di essa stende il suo manto la Madonna, la cui statua con le braccia aperte, accoglie nel cortile coloro che entrano. Quella statua, ha raccontato Giovanna, era finita tra i rifiuti perché in pessime condizioni. Un artigiano, ateo, anche lui incuriosito da quanto avviene nella Cittadella, ha voluto restaurarla gratuitamente.
Ogni tanto si sofferma e la guarda, anche lui, come tutti bambini, che dopo ogni pomeriggio passato insieme, si soffermano per una preghiera. La Cittadella comincia anche a sognare per il futuro, su questa pista indicata dal soffio dello Spirito Santo, pensa a progetti legati allo sport o ad attività gastronomiche con le quali coinvolgere anche i giovani, ma sta anche realizzando un cammino di ascolto e meditazione della Parola della domenica, il “Percorso Emmaus”, con incontri settimanali cui aderiscono anche ragazzi dai 17 anni, che vede anche il supporto di una psicologa che introduce i giovani a percorsi dei conoscenza di se stessi. Non si può dimenticare che queste opere si realizzano soprattutto per volere e disponibilità della Diocesi, nella persona del Vescovo Gennaro, che, proseguendo un’opera iniziata negli anni passati con l’allora vescovo Mons. Lagnese, ha voluto potenziare e supportare i carismi dei volontari ed operatori della Caritas Diocesana, utilizzando anche i proventi dell’8XMille, ma soprattutto sostenendo spiritualmente l’iniziativa. Un ringraziamento va dunque doverosamente a lui e al suo cuore grande, ma anche a don Gioacchino, direttore infaticabile dell’Ufficio Diocesano Caritas, grazie al quale si sono realizzati i progetti di solidarietà anche in altre zone della Diocesi isolana. Con i proventi dell’8Xmille il Vescovo ha potuto infatti lanciare un bando tra tutte le parrocchie per la realizzazione di progetti di opere di solidarietà, al quale hanno aderito tre parrocchie: Ischia (Santa Maria Assunta), Lacco Ameno e Forio (San Sebastiano e San Vito). Seminiamo dunque, sempre, e lasciamoci guidare con fiducia dallo Spirito Santo, che ci indica la via.