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Chiesa sinodale e fraternità universale

Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale Sezione s. Tommaso – Napoli, 28 ottobre 2022

Il convegno – ci ha spiegato Emilio Salvatore nel corso dei saluti iniziali – conclude la ricerca sviluppata dalla Sezione s. Tommaso diretta dal prof. Francesco Asti e dal prof. Nicola Salato. Questo progetto di ricerca aveva come obiettivo quello di cogliere nella fraternità universale un aspetto di grande rilevanza nella comprensione della dimensione con-costitutiva della sinodalità per tutta la Chiesa. La questione della sinodalità è molto complessa e nello stesso tempo cruciale nel nostro contesto ecclesiale e non può essere identificata con la sola collegialità dei vescovi ma riguarda tutta la Chiesa.

Costruire una Chiesa sinodale significa far crescere un’esperienza di fraternità che non va intesa solo secondo derive antropologiche o sentimentali o puramente esteriori e formali. Il cammino sinodale genera fraternità e per questo ci vuole tempo. Ma ci vuole un confronto sereno su punti nevralgici del nostro camminare insieme in Italia, in Europa e nel mondo.

Dare la parola e dare tempo appartengono a una sinodalità imbevuta di fraternità e suscitatrice di fraternità.

L’introduzione al convegno è stata svolta dal prof. Nicola Salato dei frati cappuccini. La sinodalità è un tema fondamentale dell’attuale stagione ecclesiale. È la dimensione costitutiva della Chiesa (papa Francesco). Ed è una delle categorie essenziali del cristianesimo delle origini che è l’anelito di universalità che travalica i confini delle nazioni. La prima fase di ricerca, iniziata diversi anni fa,  ha preso avvio da una riflessione sulla Chiesa sinodale che rifuggendo le sue derive democraticistiche portasse a riscoprire la sua intima natura trinitaria. Non sono infatti le decisioni della maggioranza ma è un camminare e decidere nello Spirito.

I temi della Chiesa sinodale e della fraternità universale sono decisivi nell’attuale frammentazione ideologica del mondo contemporaneo. Sinodalità è, ad esempio, uno dei termini più usati nella letteratura teologica ed ecclesiologica; per questo il lemma non ha più un significato univoco.

σύνοδος (sunodos) nel vocabolario greco ha il significato di incontro, adunanza ma anche assemblea, un concetto sostanzialmente diverso dal latino concilium che vuol dire consigliare, decidere. La parola sinodo è usata spesso come sinonimo di concilio. Possono significare entrambe la stessa cosa – raduno, ritrovarsi insieme e fare insieme la stessa strada – ma hanno orientamenti piuttosto diversi: sono detti sinodi, concili o anche eventi molto diversi che però hanno in comune il fatto di essere riunioni di rappresentanti della Chiesa, nelle quali questa è manifestata come comunità di fede e di amore, durante le quali sono trattate questioni importanti che riguardano la sua vita, la sua dottrina e l’ordinamento ecclesiastico.          

Il prof. F. Asti ci ha spiegato che nella Lettera a Diogneto viene specificato che il modo di vivere dei cristiani è paradossale perché al fondo del vivere paradossale c’è la fraternità che era un’idea nuova per il mondo greco e per il mondo latino: c’era la fratellanza di sangue ma non la fraternità di persone diverse pur non essendo della stessa religione e con orientamenti politici-economici diversi.

Il card. Mario Grech ha specificato che forse è proprio questa esperienza paradossale del Popolo di Dio che ci manca. E forse questo è anche il motivo perché il Santo Padre ci ha messi su questa strada per riflettere, per prendere decisioni, per diventare quello che dobbiamo essere: Chiesa sinodale. Per offrire al mondo questo paradosso che viene dal Vangelo. La dimensione di questo paradosso è proprio la fraternità. Sinodalità e fraternità sono due facce di una stessa medaglia.

Quando il Concilio Vaticano II, all’inizio della Lumen gentium, descrive la Chiesa come sacramento in Cristo – cioè segno, strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano – collega intrinsecamente la Chiesa con la sua missione. È una Chiesa sinodale per la missione. Serve un movimento di evangelizzazione. Il Concilio afferma così che la Chiesa è la sua missione. E se noi non siamo in missione non siamo Chiesa. Essa è infatti il frutto della comunione donata, vissuta per Cristo nello Spirito Santo con Dio Trinità quale segno, strumento della vocazione di tutti gli uomini, di tutte le donne alla fraternità universale sotto lo sguardo dell’Amore di Dio che è Padre.

Grazie al Magistero del Vaticano II la Chiesa riscopre, dunque, ed è chiamata a vivere, la sua missione al servizio dell’avvento del regno di Dio, di cui è in terra il germe, l’inizio (LG). Dio – insegna Dei Verbum – nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici e si intrattiene con essi per invitarli per ammetterli alla comunione con sé.

L’ecclesiologia del Concilio ha la sua sorgente nel disegno di amore universale della SS. Trinità che tutti vuole adunare in unità. E’ proprio all’interno di questo quadro ideologico che si collocano, e tra loro si collegano con pertinenza, la grazia e l’impegno della sinodalità ecclesiale. La grazia è l’impegno della fraternità universale che il Concilio ci ha affidato come preziosa eredità che papa Francesco ci invita con energia e determinazione a fruttificare: in fedeltà creativa nell’oggi interpellante della nostra storia.

Per sintonizzarsi su questa lunghezza d’onda vanno considerati – ha detto il cardinale – Evangelii gaudium, Episcopalis communio per la sinodalità, Fratelli tutti per la fraternità, il percorso sinodale, alcune iniziative e la riscoperta della Chiesa come Popolo di Dio. Per riscoprire la bellezza, la potenzialità del Popolo di Dio, Corpo di Cristo, Tempio vivo dello Spirito Santo.     

Siamo tutti, per dono incomparabile della grazia, figli e figlie di un Dio che è Abbà, chiamati a giocare la vita finché venga il suo Regno.

Il Concilio è dunque invito forte dello Spirito alla Chiesa: “Diventa ciò che sei, Chiesa, perdono di Dio al seguito di Gesù, mettiti in cammino, ascolta il grido dei poveri, scruta i segni del nostro tempo che chiedono di essere decifrati per indicarci come famiglia umana amata da Dio.

Quale strada prendere?

I discepoli di Gesù guardano, pensano, agiscono in ascolto dello Spirito per discernere le vie lungo le quali camminare insieme per incarnare e testimoniare il vangelo. Ci vuole un riassetto del modo di concepire e vivere il nostro essere come battezzati, come sacerdoti, come vescovi. Il nostro essere come Chiesa è missione sul fondamento della coscienza della unità, uguaglianza di tutti i Christifideles (i fedeli laici) in virtù del battesimo. C’è diversità di ministero ma unità di missione. Veniamo così a toccare il punto essenziale del discorso intorno alla sinodalità ecclesiale e all’impegno di promozione della fraternità universale che ultimamente si fonda sulla dottrina del Vaticano II sulla Chiesa come sacramentum unitatis (sacramento di unità).

Nella Chiesa non è ministero solo quello prestato da chi riceve il sacramento dell’ordine (vescovi, presbiteri, diaconi) ma da tutti e da ciascuno in virtù del battesimo, che ci fa tutti uno in Gesù Cristo come Popolo di Dio, Corpo di Cristo, Tempio dello Spirito Santo: questa è una Chiesa sinodale.

La sinodalità non è un optional ma è una dimensione intrinseca della vita e della missione della Chiesa. Ne esprime il modo di essere e di procedere essendo radicata nella Scrittura e nella Tradizione viva.

Il sinodo vuole rafforzare la comunione, anche perché non c’è fedeltà a Cristo se non c’è fedeltà a Pietro.

Questo sinodo poi non ha precedenti perché è uno ma con due sessioni. Il percorso sinodale richiama tre concetti chiave del Concilio Vaticano II: comunione, partecipazione e missione. Tre parole che declinano la sinodalità. Il battesimo – ha sottolineato papa Francesco – è il punto di partenza nel corpo ecclesiale. Da esso, nostra sorgente di vita, deriva eguale dignità dei figli di Dio pur nella differenza dei ministeri e dei carismi. Per questo siamo tutti chiamati a partecipare alla vita e alla missione della Chiesa.

(Continua…)

di Angela Di Scala

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