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XXV Domenica del Tempo Ordinario

Nell’omelia pronunciata nel corso della S. Messa tenutasi nella Cattedrale di Santa Maria Assunta a Ischia Ponte domenica 18 settembre 2022, don Camillo D’Ambra ha spiegato in modo chiaro e semplice che cosa intende il brano del Vangelo appena proclamato. «La ricchezza non è un male: è un bene la ricchezza. È male attaccarsi col cuore a questa ricchezza, che Dio nella sua infinita bontà elargisce a tutti coloro che sono sulla terra, per la vita di questa terra e per accumulare buoni atti e fare di questa ricchezza la carità verso quelli che sono bisognosi. Perchè un giorno possiamo tutti essere accolti nelle Tende eterne del Cielo! Gesù sembra che stigmatizzi la ricchezza come un pericolo, e certamente è un pericolo per quelli che si attaccano a questa ricchezza e diventano egoisti. Perciò Gesù dice in un altro passo del Vangelo: “Guai a voi, ricchi!” Ma non perché i ricchi sono cattivi. Diventano cattivi se si attaccano alla ricchezza e fanno diventare cattiva la ricchezza.  La ricchezza in sé è buona, è ottima, perché si possono fare tante belle cose. Purché non ci si attacchi il cuore.   Il nostro cuore è di Dio! S. Paolo in una sua lettera dice: “Tutto è vostro. Ma voi siete di Dio”.

Dio ci ha dato tutto: ci dà l’aria per respirare, ci dà il sole per poterci riscaldare, ci dà tutto per la vita. Dobbiamo ricordarci che noi non siamo di noi stessi, non ci apparteniamo. Perchè non ci siamo creati da noi. Ci ha creati Dio, quindi siamo Suoi figli. Tutto è nostro, ma noi siamo di Dio.

Allora se siamo saggi dobbiamo, nella vita presente sulla terra, stare attenti a noi stessi. Perchè il diavolo cosa fa? Mette davanti ai nostri occhi il luccichio dell’oro per abbagliarci, per non farci vedere niente più. Per farci vedere soltanto la ricchezza, il benessere e nient’altro. E così ci fa diventare egoisti e ci fa dire: “Sto bene io, stanno bene tutti quanti gli altri. Ho mangiato io, ha mangiato il mondo intero e non mi interessa degli altri.” Ecco l’egoismo. L’egoismo è tutto il contrario della carità.

Dio è Carità, cioè Amore.

L’egoista non ama nessuno. E non ama neppure sé stesso, perché se amasse sé stesso non sarebbe più egoista. È poco intelligente, l’egoista, perché si chiude in se stesso ed esclude tutti, compreso Dio, dal suo cuore. Ma chi non tiene Dio, anche se avesse tutte le ricchezze di questo mondo, è il più povero e il più miserabile di tutti: non tiene niente. Chi non tiene Dio, non tiene niente. Quindi dobbiamo stare attenti ad avere nel cuore Gesù e quello che ci insegna.

L’amministratore di cui ci parla il Vangelo si fa scaltro. E anche noi dobbiamo farci scaltri, per raggiungere il Regno dei Cieli, cioè la salvezza dell’anima. Se terremo presente questo, cioè la nostra salvezza, ci staremo attenti a non farci incantare dallo spirito del male, che ci mette sempre davanti agli occhi un pensiero contrario a quello che viene da Dio.

C’è un proverbio che dice: il primo pensiero è dell’angelo. Per dire che quando viene un’ispirazione, la prima ispirazione viene da Dio. Ma subito dopo ne viene un’altra, dal nemico. E noi tante volte prendiamo la seconda ispirazione, trascurando la prima: è peccato. Allora, ecco, noi dobbiamo stare attenti a questa ispirazione della divina grazia. Dio ci ispira sempre dei buoni pensieri, delle buone risoluzioni da mettere in pratica.

Non ci attacchiamo allora, lungo il cammino della nostra vita, a tante cose che ora ci sembrano importanti ma che non potremo portare mai appresso quando viene sorella morte. Perchè noi nudi siamo nati e nudi ritorneremo alla terra, ma non porteremo niente dall’altra parte. Abbiamo bisogno soltanto di compiere delle opere buone mentre siamo in cammino verso l’eternità. Questa è la scaltrezza. Perché quando uno si è comportato bene sulla terra, quando andrà dall’altra parte il Signore gli dirà: “Bravo, servo buono e fedele. Sei stato fedele nel poco e io ti darò molto”. Ci darà il Paradiso, ci darà sé stesso.

Allora siamo scaltri a non attaccarci ai beni passeggeri di questo mondo. Serviamoci di questi beni che il Signore ci ha dato, ma non attacchiamoci il cuore perché il cuore deve essere unicamente di Dio. Dio è amore infinito. Chiediamo a Lui: “Signore fammi capire l’importanza di questo amore che sei Tu”. Tutto passa, Dio solo resta. Che cosa porteremo dall’altra parte? Soltanto la carità che abbiamo fatto con il cuore aperto alle necessità dei fratelli. Perché passando un giorno, quando il Signore ci chiamerà alla Vita eterna, possiamo sentire dire da Gesù che ci dovrà giudicare: “Sei stato un servo buono e fedele. Entra nella gioia del tuo Signore”.»

Foto di G.G. Lubrano

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