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La Pasqua della Beata Vergine Maria

Tra i canti e le preghiere, nella nostra splendida Cattedrale di Santa Maria Assunta in Ischia Ponte, lunedì 15 agosto 2022 si è tenuta la S. Messa per la Solennità dell’Assunzione della B. V. Maria celebrata da mons. Camillo D’Ambra, assistito dal diacono Giovan Giuseppe Lucido Balestrieri.   

«Mons. Ernesto De Laurentis – ha esordito don Camillo nell’omelia – pronunciava in questo giorno: “Esultiamo di ineffabile letizia: la nostra Mamma entra trionfatrice nel Paradiso, accolta dal figlio suo Gesù, che genera la scia di tutti gli angeli e che la accompagna alla destra di Lui, dove Ella siede Regina dell’Universo”. Siamo tutti invitati quindi oggi, ha continuato don Camillo, ad elevare il nostro pensiero e anche il nostro sguardo al Cielo. Non al cielo in terra – il cielo dove stanno le stelle e i pianeti -, ma alla dimora di Dio, che noi chiamiamo Cielo, di quel Dio che sta dappertutto perché è immenso. Quel Dio che ha creato l’Universo ha creato la creatura più bella di tutte le bellezze che stanno nell’Universo che è Maria. A questa creatura Egli ha pensato fin dall’eternità perché riparasse il peccato degli uomini, di Adamo ed Eva, e desse alla luce Colui che avrebbe distrutto quel peccato, e con esso tutti i peccati attuali dell’umanità, il Redentore del mondo: Gesù il Figlio di Dio.

Maria – ha sottolineato il sacerdote – è stata pensata fin dall’Eternità da Dio Creatore ed è stata ricolmata di tutti i doni, di tutti i benefici, di tutti i privilegi. Nessuna creatura si può paragonare a Lei tanto è grande questa umilissima donna. E proprio per questa umiltà grande, questa donna ha concepito nel suo grembo il Verbo di Dio. Piacque la verginità di Maria a Dio ma ciò che l’ha resa Madre è stata la sua umiltà perché, all’angelo Gabriele che le annunciava il Mistero dell’Incarnazione, Maria disse: “Ecco, io sono l’ancella del Signore. Faccia di me quello che vuole.” Dunque si è chiamata ancella, cioè serva e Dio si è servito di questa ancella e l’ha elevata al grado di Regina».

Continuando la sua omelia, mons. D’Ambra ha sottolineato: «Noi allora, in questo giorno, in cui ricordiamo l’ingresso solenne di Maria in Paradiso, vogliamo unirci alle schiere dei santi e degli angeli del Cielo che festeggiano anche oggi, dopo secoli, questa tappa storica che è l’Assunzione corporea della Vergine Maria al Cielo. E festeggiamo anche noi che ci sentiamo coinvolti in questa festività solenne, che unisce il Cielo alla Terra. Maria infatti non è una dea, ma è una sorella nostra. È una donna di questo mondo, ma una donna tutta particolare perché Ella, fin dal primo istante della sua concezione nel grembo di sua madre, è stata esentata da quel peccato nel quale tutti quanti veniamo al mondo e che è il peccato originale. Maria è stata sempre immacolata, cioè senza macchia, senza alcun peccato. E proprio per questo non poteva morire. Ma, sì, è morta, nel senso che ha chiuso gli occhi alla luce del sole di questo mondo. La chiesa parla di sonno: si è addormentata serenamente, Maria. Tanto che, anche nella Russia dove la festa dell’Assunta è una festa molto sentita, questa festa è chiamata Dormitio Mariae, cioè il suo addormentarsi. Ella si è dolcemente addormentata, anelante a incontrare il suo figlio Gesù, perché nel periodo – che è stato lungo – tra l’Ascensione di Gesù al Cielo e l’Assunzione di Maria, la Madonna non ha trovato conforto sulla terra: col pensiero, con l’affetto stava già in Paradiso. Non poteva vederlo con gli occhi, il suo figlio Gesù, perché lei stava ancora nella condizione umana, ma quando è venuto il momento nel quale Ella si è addormentata, allora è avvenuta la grande trasformazione: il corpo umano di Maria, simile, uguale al nostro, è stato trasformato nel corpo glorioso, cioè in quel corpo che tutti i giusti riceveranno alla fine del mondo. Dopo la fine del mondo, dopo il giudizio universale, tutti coloro che sono eletti e debbono entrare in Paradiso avranno un nuovo corpo, una nuova vita. E quel corpo è chiamato il corpo glorioso, che ha tante prerogative che non ha il corpo che abbiamo qui adesso.

Quindi Maria ha acquistato, appena dopo concluso il suo cammino terreno, questa vita veramente eterna che tutti quanti i santi avranno dopo il giudizio universale.

L’Assunzione significa il salire al Cielo anche con il corpo, naturalmente trasformato nel corpo glorioso con tutte le sue prerogative: entrare in una stanza senza entrare per la porta, il ringiovanimento».

Riprendendo quindi un pensiero comune, don Camillo ha sottolineato: «Nel Cielo, tutti i santi, anche quelli che sono vecchi, ritorneranno all’età più bella della vita: la giovinezza. Nel Paradiso sono tutti giovani. La Madonna, le volte che è apparsa, è apparsa sempre come una ragazza tra i sedici e i diciassette anni. Ma la Madonna quando è passata da questo mondo all’Eternità aveva sessantacinque-sessantasei anni. E invece adesso che sta in Paradiso si è ringiovanita. È sempre giovane. E allora ecco l’importanza di vivere la vita che ha vissuto Maria su questa terra, se anche noi vogliamo veramente ringiovanire ed essere per sempre giovani nel Paradiso. Allora, in questo giorno in cui ricordiamo la sua assunzione in Cielo, noi, che siamo ancora pellegrini su questa terra con l’anima appesantita da tante tribolazioni, preghiamo la Madonna, che è lì in Cielo seduta alla destra del Figlio, rivestita dell’abito della santità e con in testa la triplice corona.

La Madonna sta nel Paradiso come Madre di tutta l’umanità ed è sempre vigile verso di noi suoi figli. E se più volte si è fatta vedere triste nelle sue apparizioni, è triste non perché in Paradiso ci possa essere tristezza, ma per mostrare il suo accoramento materno per noi figli suoi che non sempre camminiamo sulla terra come dovremmo e qualche volta ci facciamo attirare dal male, dal peccato, dalle tentazioni del demonio. E Lei, da buona Madre, freme perché non vuole che ci perdiamo. Perché Lei vuole la salvezza di tutti quanti i suoi figli, come la vuole Gesù, il figlio suo, Salvatore del mondo».

Avviandosi alla conclusione, il presule ha ribadito: «Noi abbiamo in Cielo una Mamma la quale è potente quando prega ed è misericordiosa verso di noi, poveri figli suoi, poveri peccatori e ci viene incontro aiutandoci con le sue preghiere che sono sempre accolte dal suo divin figlio Gesù. Ecco l’importanza di essere devoti della Madonna Santissima, perché un giorno anche noi, benché immeritevoli, possiamo essere assunti nel Cielo dove Gesù ha preparato un posto per tutti quelli che Egli ha redento. Pensiamoci un po’ di più a questo posto di felicità, che sta nel Cielo, cioè dove è Gesù, dove è Maria, dove sono i nostri santi, dove sono gli angeli. È la grazia di Dio. È anche casa nostra, perché siamo tutti figli di Dio. Eleviamo il nostro pensiero in questo giorno al Cielo, cioè a questo Essere divino di Dio che raccoglie in Sé tutti quanti i suoi figli.  

Il Cielo non è un luogo, ma è un modo di essere: è la felicità. Dove è Dio? Sta dappertutto. Non lo possiamo localizzare. Dio sta dappertutto. Non possiamo immaginare che cosa sia il Paradiso. Ma eleviamo il nostro pensiero dalle bassezze di questa terra a questa idea che è una realtà che Dio vuole per tutti i figli suoi: che siano felici per l’Eternità. Allora se vogliamo essere felici cerchiamo di accettare su questa terra, durante questo cammino di prova, di fedeltà a Dio, tutte le contrarietà che abbiamo nel mondo. Perché sopportandole con fede e con gioia possiamo avere la nostra gioia, un giorno, entrare anche noi in quell’eterno riposo che è una gioia. Dio non si riposa mai perché è sempre giorno in Cielo. La gioia in Cielo è soltanto gioia perché vediamo Dio così come Egli è. E in Dio ci troveremo tutti quanti se riusciamo a concludere bene il nostro cammino su questa terra. Chiediamo aiuto a Lei, la nostra Mamma, perché possiamo concludere felicemente il cammino terreno come Lei ha fatto quando ha chiuso gli occhi alla luce del giorno del sole terreno e ha fissato i suoi ricordi  nel Sole divino che è il suo divin figlio Gesù».

di Angela Di Scala

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