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Ciao bambini!! Ormai siamo nel pieno dell’estate e con l’avanzare dei giorni avanza anche il grande caldo! Lo sentite anche voi? È come se il sole si facesse sempre più vicino alla Terra! Noi sappiamo che non è così, per fortuna, altrimenti sarebbe un bel guaio! Ma se ci sono vicinanze pericolose, ce ne sono altre, invece, che sono indispensabili!

Di chi parliamo? Di Gesù e della parabola (=storia) che racconta ai suoi discepoli nel Vangelo di Luca, di domenica 10 luglio. Ascoltiamola insieme: “In quel tempo, un dottore della Legge chiese a Gesù: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così»”.

Cari bambini, quanti di voi hanno già sentito questa storia? Viene chiamata “la parabola del buon samaritano” e spesso ci torna in mente quando sappiamo di qualcuno che ha compiuto un gesto di grande amore e generosità verso un’altra persona. Ma sapete una cosa? Spesso sbagliamo ad interpretarla! Perché? Perché abbiamo l’abitudine di intendere che il nostro prossimo è la persona o le persone che ci circondano, oppure che incontriamo casualmente.

Questo non è sbagliato, ma non è del tutto corretto; perché? Perché se rileggiamo bene le parole del Vangelo ci accorgeremo che Gesù conferma che il prossimo dell’uomo vittima dei briganti è stato colui che ha avuto compassione di lui: il samaritano. Cosa vuol dire questo? Che non è vero che il mio prossimo sono gli altri? No, bambini, questa cosa è sempre vera, ma è incompleta: il prossimo è colui che è vicino o che si fa vicino a chi ha bisogno.

Quindi le altre persone sono il mio prossimo, perché sono intorno a me, ma io posso diventare il prossimo delle altre persone se mi avvicino a loro con intento di dare loro aiuto. Purtroppo, cari bambini, soprattutto noi grandi, abbiamo l’abitudine di vedere le cose solo da un punto di vista: il nostro! E difficilmente guardiamo con gli occhi degli altri! Grazie al cielo, il Signore non è così, e con fatica cerca di insegnarcelo. Così scopriamo che essere il prossimo è fisicamente per tutti, ma farsi prossimo non è da tutti.

Sembra uno scioglilingua, ma se rileggete meglio le parole di Gesù capirete bene la differenza e, forse, nel nostro cuore nascerà quella scintilla che accenderà in noi un’irrefrenabile voglia di farsi vicini vicini a chi ha più bisogno per scaldargli il cuore proprio come fa il caldo sole d’estate!

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