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Il regista ischitano Leonardo Di Costanzo con il suo film “Ariaferma” vince due David di Donatello: miglior sceneggiatura originale e miglior attore protagonista a Silvio Orlando.

Nato a Ischia nel 1958, vive tra Parigi e Napoli. Ha iniziato a lavorare nel mondo del cinema in Francia alla fine degli anni ’80. Nel 2003 con una troupe minima riprende un intero anno scolastico in una scuola di un rione periferico a Napoli, realizzando il documentario A scuola, che riceve la candidatura al David di Donatello come miglior documentario. A questo lavoro hanno fatto seguito altri documentari, fino al 2012 quando realizza la sua opera prima, L’intervallo, film presentato alla 69ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nella sezione Orizzonti. Con questa pellicola vince il David di Donatello per il miglior regista esordiente, il Ciak d’oro per il miglior film e per la migliore opera prima e il Gran Premio della stampa estera ai Globi d’oro 2013.

Nel 2017 è la volta de L’intrusa, portato al Festival di Cannes nella sezione Quinzaine des Réalisateurs, che vince il Globo d’oro nel 2018 e riceve la nomination per la miglior sceneggiatura ai Nastri d’argento nello stesso anno.

Il 2021 è l’anno di Ariaferma, girato interamente in Sardegna e che nei giorni scorsi ha vinto due David di Donatello: miglior sceneggiatura originale e miglior attore protagonista a Silvio Orlando.Come per i film precedenti, il regista sceglie l’unità di luogo per inchiodarsi ai suoi personaggi e a quanto ha da raccontare. L’ambientazione della storia è un carcere ottocentesco in via di dismissione. Per problemi burocratici i trasferimenti si bloccano e alcuni detenuti con pochi agenti rimangono in attesa di nuove destinazioni. In un’atmosfera sospesa, le regole di separazione si allentano e tra gli uomini rimasti si intravedono nuove forme di relazioni.  A proposito del film e del penitenziario che fa da sfondo alla vicenda, Leonardo di Costanzo nelle note di regia spiega: “Il carcere di Mortana nella realtà non esiste: è un luogo immaginario, costruito dopo aver visitato molte carceri.

Quasi ovunque abbiamo trovato grande disponibilità a parlare, a raccontarsi; è capitato che gli incontri coinvolgessero insieme agenti, direzione e qualche detenuto. Allora era facile che si creasse uno strano clima di convivialità, facevano quasi a gara nel raccontare storie. Si rideva anche. Poi, quando il convivio finiva, tutti rientravano nei loro ruoli e gli uomini in divisa, chiavi in mano, riaccompagnavano nelle celle gli altri, i detenuti. Di fronte a questo drastico ritorno alla realtà, noi esterni avvertivamo spaesamento. E proprio questo senso di spaesamento ha guidato la realizzazione del film: Ariaferma non è un film sulle condizioni delle carceri italiane. È forse un film sull’assurdità del carcere”.

Il film è stato girato nell’ex carcere di San Sebastiano a Sassari. La Casa Circondariale edificata nel 1871 è chiusa dal luglio del 2013, ma per oltre 150 anni è stata attiva e funzionante nel centro della città sarda. Circondariale edificata nel 1871 è chiusa dal luglio del 2013, ma per oltre 150 anni è stata attiva e funzionante nel centro della città sarda.

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