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Mons. Pascarella celebra il precetto pasquale nel deposito dell’EAV di Ischia

Monsignor Gennaro Pascarella, ha celebrato il precetto pasquale presso l’Eav di Ischia. Per la prima volta una celebrazione eucaristica si è svolta nel deposito aziendale in Via Michele Mazzella, alla presenza dei dipendenti e dei massimi vertici dell’azienda di trasporto pubblico.

«È stata anche una bella occasione – ha sottolineato il Vescovo in una intervista concessa a un giornale locale – per ascoltare, soprattutto tramite i loro dirigenti, le esperienze, le ricchezze dei lavoratori, ma anche i loro problemi e le speranze per il futuro. Ho trovato una famiglia».

«È la prima volta che qui a Ischia incontro “persone concrete”, del mondo del lavoro, sebbene nell’ambito del percorso sinodale che la Diocesi sta facendo in questo periodo abbiamo già incontrato alcune rappresentanze dei lavoratori isolani, per ascoltare le loro istanze e i loro problemi. È importante che la Chiesa si metta in ascolto e intavoli dialoghi, vuol dire che la Chiesa sa anche ascoltare. Ed è quello che è avvenuto qui oggi, ho ascoltato il Dirigente, ma anche i singoli lavoratori e i loro problemi. Ho colto in tutti loro una speranza, una vena di ottimismo, poiché sentono l’azienda come propria e questo è uno stimolo importante per andare avanti».

Contento anche il direttore generale dell’Eav, ingegnere Pasquale Sposito: «Rivedere pensionati e anche giovani autisti che “rinfrescano la nostra azienda” è molto bello, significa che questa azienda è una comunità, dove i lavoratori più giovani si possono confrontare con quelli che hanno maggiore esperienza».

Nell’omelia, il Vescovo ha parlato della speranza che non ci deve abbandonare mai, nella certezza delle promesse che Gesù ci ha lasciato: che non ci avrebbe mai abbandonato e sarebbe rimasto con noi fino alla fine dei tempi e che ogni volta che anche solo due si riuniscono nel suo nome egli è in mezzo a loro. Dunque qualsiasi comunità, anche piccola, anche lavorativa, che si riunisce in armonia interna nel nome di Gesù, è una calamita che attira la presenza del Signore.

Il Vescovo ha anche ricordato che il cristianesimo si è diffuso proprio a partire dal racconto della passione, morte e resurrezione di Cristo, evento all’apparenza tragico che è diventato gioiosa notizia, speranza per l’uomo, poiché Cristo ha vinto la morte e ha guadagnato per noi la certezza che la morte non ha l’ultima parola. È una speranza fondamentale, senza la quale l’uomo va alla deriva. E ognuno di noi – ha precisato il Vescovo – può fare la propria parte, contribuendo a migliorare il mondo, opponendo alla cultura dello scarto, della morte, dell’indifferenza, la cultura dell’amore e della solidarietà.

Infine ha invitato a non avere timore della morte: non bisogna farne un tabù – ha detto – ma abituarsi ad essa e imparare ad accettarla, proprio in virtù del sacrificio di Cristo. Per questo noi preghiamo per i nostri defunti, è una preghiera che si fonda sulla bella notizia che celebriamo a Pasqua.

* in collaborazione con Segni dei tempi

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