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Custodire la bellezza di Dio

Riapre al culto la chiesa di Santa Maria delle grazie in Piazza Municipio a Forio Conferenza e celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Pascarella

Lunedì 11 aprile è stata riaperta al pubblico dopo i lavori di restauro  la Chiesa della Madonna delle Grazie in Forio, con una tavola rotonda, nella quale l’architetto D’Angelo, progettista e direttore dei lavori di restauro, ha illustrato il percorso dei lavori appena conclusi, condotti sotto lo sguardo vigile della Sovrintendenza ai beni culturali di Napoli, con l’uso di moderne tecnologi e strumenti di indagine e che hanno riguardato gli intonaci e gli eleganti stucchi, i portali, l’impianto elettrico e la torre campanaria.

L’incontro è stato anche occasione per ascoltare il contributo del Prof. Agostino Di Lustro, che ha illustrato le opere che nella chiesa sono custodite, una chiesa alla quale il popolo foriano è molto legato, dalla quale parte la famosa Corsa dell’Angelo, rappresentazione sacra che si svolge la mattina di Pasqua.  L’incontro è stato quindi anche occasione per rinnovare l’affetto del popolo foriano per le proprie radici e le antiche devozioni, ma anche per celebrare la bellezza e il rapporto con Dio che passa attraverso la creazione e la custodia della bellezza.

Questo è stato il senso del messaggio contenuto nell’intervento del Priore, Maria Anna Verde, che ha organizzato l’incontro: “Questa chiesa è scrigno di bellezza. Siamo chiamati a custodire la bellezza, perché attraverso la bellezza dei luoghi sacri ci avviciniamo a Dio. Questo tempio è stato edificato più di quattrocento anni fa ed è stato custodito dai nostri avi, noi oggi continuiamo a custodirlo e proteggerlo. Non è un guscio vuoto, ma uno scrigno pieno di bellezza e di fede”.

Dunque esiste uno stretto rapporto tra fede e bellezza, la quale è mezzo per avvicinarsi a Dio, veicolo del messaggio di amore che Dio manda a noi, poiché Dio è bellezza e ispiratore di bellezza, espressa nelle opere d’arte. L’arte sacra contenuta nelle chiese parla di Dio agli uomini e nei luoghi come la nostra isola, parla al turista, che, visitando i luoghi sacri, ha la possibilità di coniugare cultura, fede e preghiera. Le chiese vanno dunque custodite e preservate, poiché –ha concluso Maria Anna Verde – sono in grado di svolgere anche una funzione evangelizzatrice.

Le parole del Vescovo

 A conclusione dell’incontro è stata celebrata una Messa di ringraziamento officiata da Mons. Pascarella, che nell’omelia ha precisato che, sebbene sia opportuno mettere i beni della Chiesa al servizio dei poveri, è anche vero che i luoghi di culto vanni resi belli e preservati nel tempo. In ogni caso – ha proseguito – il protagonista è sempre e deve rimanere sempre Gesù Cristo, punto di riferimento di ogni azione.

La riapertura al culto della bella chiesa foriana cade opportunamente nel lunedì che dà il via la Settimana Santa, poiché questa deve essere il momento in cui ci viene rivolto più chiaramente l’invito a metterci alla sequela di Gesù, a percorrere la via della croce.

È un discorso difficile da comprendere – ha detto il Vescovo -, non a caso le letture proposte dalla Liturgia in questa settimana mettono in evidenza quanto faticassero gli stessi discepoli a capire il discorso di Gesù, ma questo è quello che succede anche a noi quando siamo schiacciati dalle difficoltà, quando ci sembra che tutto termini con il venerdì santo e si perde la speranza e la fiducia in Dio. Dobbiamo invece comprendere, e questo è il cammino da compiere durante la Settimana Santa, che il venerdì santo è solo una tappa intermedia per arrivare alla gioia della resurrezione.

I tre Carmi del servo del Signore che la Liturgia propone in questa settimana ricordano come il popolo di Israele fosse in attesa di un Messia potente e militarmente attrezzato, che con la sua forza lo liberasse dal giogo della sottomissione al nemico romano. Gesù si presenta invece inaspettatamente in groppa ad un asino, avanza con umiltà, si abbassa e si umilia, fornendoci un modello comportamentale inedito ed inaspettato, ma efficace e da imitare.

Dunque non la via del potere e del prestigio, ma la via dell’amore gratuito e incondizionato. “I crocifissi non dovrebbero tanto ricordarci non tanto la morte di Gesù, ma il perché del suo sacrificio: l’amore per noi. Ci aiuti la Madonna a metterci seriamente alla sequela di Gesù, ci renda capaci di non scappare di fronte alle difficoltà e al dolore, affinché impariamo da lei a stare sotto la croce”.

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