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Lo Spirito che illumina i sensi

Papa Francesco, durante la catechesi del mercoledì, racconta dell’esperienza dei due anziani Simone ed Anna, che attendevano la liberazione di Gerusalemme. Gesù Bambino fu presentato al Signore e lo Spirito Santo si posò sul vecchio Simeone, che profetizzò su di Lui, e su Anna: «Nell’antico inno Veni Creator Spiritus, con cui invochiamo ancora oggi lo Spirito Santo, diciamo: «Accende lumen sensibus», accendi una luce per i sensi, illumina i nostri sensi. Lo Spirito è capace di fare questo: acuisce i sensi dell’anima, nonostante i limiti e le ferite dei sensi del corpo.

La vecchiaia indebolisce, in un modo o nell’altro, la sensibilità del corpo: uno è più cieco, uno più sordo … Tuttavia, una vecchiaia che si è esercitata nell’attesa della visita di Dio non perderà il suo passaggio: anzi, sarà anche più pronta a coglierlo, avrà più sensibilità per accogliere il Signore quando passa. Ricordiamo che un atteggiamento del cristiano è stare attento alle visite del Signore, perché il Signore passa nella nostra vita con le ispirazioni, con l’invito a essere migliori. E Sant’Agostino diceva: “Ho paura di Dio quando passa” – “Ma come mai, tu hai paura?” – “Sì, ho paura di non accorgermene e lasciarlo passare”. È lo Spirito Santo che prepara i sensi per capire quando il Signore ci sta facendo una visita, come ha fatto con Simeone e Anna».

Lo Spirito Santo è la Persona divina che effonde i suoi doni ai fedeli che lo invocano e lo amano, facendo loro raggiungere la vetta della santità. Il più santo degli italiani, Francesco d’Assisi, era tutto avvolto dallo Spirito di Dio, era così un esempio per gli altri e un consigliere formidabile: “Rivestito di virtù dall’alto, Francesco era interiormente caldo di fuoco divino, più di quanto lo fosse all’esterno per il vestito del corpo.

Detestava chi nell’Ordine indossava molte vesti ed usava senza necessità indumenti delicati. Asseriva inoltre che dà segno di spirito estinto colui che accampa la necessità, mosso non dalla ragione ma dai sensi. «Quando lo spirito – diceva – si intiepidisce e si raffredda gradatamente, è inevitabile che la carne ed il sangue cerchino ciò che è loro proprio.

Cosa rimane infatti quando l’anima non trova più i suoi piaceri, se non che la carne si rivolga ai suoi? Allora l’istinto naturale maschera il momento della necessità e la mentalità carnale forma la coscienza» (FF 655)”… “Al tempo in cui, sul monte della Verna, se ne restava rinchiuso nella cella, uno dei suoi compagni (frate Leone) sentiva un gran desiderio di avere da Francesco qualche scritto con le parole del Signore, firmate di sua propria mano.

Aveva la convinzione che con questo mezzo avrebbe potuto eliminare o almeno, certo, sopportare con minore pena la grave tentazione da cui era tormentato: tentazione non di sensi ma di spirito. Languiva per tale desiderio e si sentiva interiormente angustiato; ma si lasciava vincere dalla vergogna e non osava confidare la cosa al reverendo padre. Ma quello che non disse l’uomo, lo rivelò lo Spirito.

Francesco, infatti, ordinò a quel frate di portargli inchiostro e carta e vi scrisse le Lodi del Signore, firmandole con la benedizione di propria mano, e gli disse: “Prendi questo bigliettino e custodiscilo con cura fino al giorno della tua morte”. Prende, il frate, quel dono tanto desiderato e immediatamente sente svanire tutta quella tentazione. La lettera viene conservata, e, in seguito, servì a compiere cose meravigliose, a testimonianza delle virtù di Francesco (FF 1195)”.

Papa Francesco conclude questa catechesi tirando le somme tra le vecchie e le nuove generazioni: «La sensibilità spirituale dell’età anziana è in grado di abbattere la competizione e il conflitto fra le generazioni in modo credibile e definitivo. Sorpassa, questa sensibilità: gli anziani, con questa sensibilità, sorpassano il conflitto, vanno oltre, vanno all’unità, non al conflitto. Questo certamente è impossibile agli uomini, ma è possibile a Dio. E oggi ne abbiamo tanto bisogno, della sensibilità dello spirito, della maturità dello spirito, abbiamo bisogno di anziani saggi, maturi nello spirito che ci diano una speranza per la vita!».

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