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Trasfigurati dalla Parola

Papa Francesco, durante l’Angelus di domenica 13 marzo, ha spiegato il Vangelo della domenica, la Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor: «Il tempo forte della Quaresima è un periodo in cui Dio vuole svegliarci dal letargo interiore, da questa sonnolenza che non lascia esprimere lo Spirito. Perché tenere sveglio il cuore non dipende solo da noi: è una grazia, e va chiesta. Lo dimostrano i tre discepoli del Vangelo: erano bravi, avevano seguito Gesù sul monte, ma con le loro forze non riuscivano a stare svegli.

Questo succede anche a noi. Però si svegliano proprio durante la Trasfigurazione. Possiamo pensare che fu la luce di Gesù a ridestarli. Come loro, anche noi abbiamo bisogno della luce di Dio, che ci fa vedere le cose in modo diverso; ci attira, ci risveglia, riaccende il desiderio e la forza di pregare, di guardarci dentro, e di dedicare tempo agli altri.

Possiamo superare la stanchezza del corpo con la forza dello Spirito di Dio. E quando noi non riusciamo a superare questo, dobbiamo dire allo Spirito Santo: “Aiutaci, vieni, vieni Spirito Santo. Aiutami: io voglio incontrare Gesù, voglio stare attento, sveglio”.

Chiedere allo Spirito Santo che ci tiri fuori da questa sonnolenza che ci impedisce di pregare. In questo tempo quaresimale, dopo le fatiche di ogni giornata, ci farà bene non spegnere la luce della stanza senza metterci alla luce di Dio. Pregare un pochino prima di dormire. Diamo al Signore la possibilità di sorprenderci e ridestarci il cuore.

Lo possiamo fare, ad esempio, aprendo il Vangelo, lasciandoci stupire dalla Parola di Dio, perché la Scrittura illumina i nostri passi e fa ardere il cuore. … La Vergine Maria ci aiuti a tenere desto il cuore per accogliere questo tempo di grazia che Dio ci offre».

Il primo compagno di San Francesco d’Assisi fu Bernardo, uomo ricco e affascinato dal santo. Una volta Bernardo lo ospitò a dormire a casa sua e lo scrutò di nascosto mentre questi pregava tutta la notte, trasfigurato dalla luce divina. Ispirato dallo Spirito Santo al mattino disse a Francesco: “Frate Francesco, io ho al tutto disposto nel cuore mio d’abbandonare il mondo e seguitare te in ciò che tu mi comanderai”.

Udendo questo, santo Francesco si rallegrò in ispirito e disse così: “Messere Bernardo, questo che voi dite è opera sì grande e malagevole, che di ciò si vuole richiedere consiglio al nostro Signore Gesù Cristo e pregarlo che gli piaccia di mostrarci sopra a ciò la sua volontà ed insegnarci come questo noi possiamo mettere in esecuzione.

E però andiamo insieme al vescovado dov’è un buono prete, e faremo dire la messa e poi staremo in orazione infino a terza, pregando Iddio che infino alle tre apriture del messale ci dimostri la via ch’a lui piace che noi eleggiamo”.

Rispuose messere Bernardo che questo molto gli piacea; di che allora si mossono e andarono al vescovado. E poi ch’ebbono udita la messa e istati in orazione insino a terza, il prete a’ preghi di santo Francesco preso il messale e fatto il segno della santissima croce, si lo aperse nel nome del nostro Signore Gesù Cristo tre volte: e nella prima apritura occorse quella parola che disse Cristo nel Vangelo al giovane che domandò della via della perfezione: Se tu vuogli essere perfetto, va’ e vendi ciò che tu hai, e da’ a’ poveri, e seguita me.

Nella seconda apritura occorse quella parola che disse Cristo agli Apostoli, quando li mandò a predicare: Non portate nessuna cosa per via, nè bastone, nè tasca, nè calzamenti, nè danari; volendo per questo ammaestrarli che tutta la loro isperanza del vivere dovessono portare in Dio, ed avere tutta la loro intenzione a predicare il santo Vangelo.

Nella terza apritura del messale occorse quella parola che Cristo disse: Chi vuole venire dopo me, abbandoni se medesimo, e tolga la croce sua e séguiti me. Allora disse santo Francesco a messere Bernardo: “Ecco il consiglio che Cristo ci dà; va’ adunque e fa’ compiutamente quello che tu hai udito; e sia benedetto il nostro Signore Gesù Cristo, il quale ha degnato di mostrarci la sua vita evangelica”.

Udito questo, si partì messere Bernardo, e vendè ciò ch’egli avea (ed era molto ricco), e con grande allegrezza distribuì ogni cosa a’ poveri, a vedove, a orfani, a prigioni, a monisterii e a spedali; e in ogni cosa santo Francesco fedelmente e providamente l’aiutava” (FF 1827).

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