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Don Bosco, il Santo dei ragazzi

Cari bambini, il 31 gennaio è la festa di Don Giovanni Bosco, e la Chiesa lo ricorda nel giorno in cui è partito per il Cielo.

Meglio conosciuto come Don Bosco, questo grande sacerdote, nato in Piemonte, è anche un Santo! Sin da bambino è sempre stato molto affezionato alla Chiesa: nel cuore aveva una grande devozione per Maria e i Santi, e una grande fede in Dio. Pur non avendo avuto una vita facile, don Bosco non si è mai perso d’animo e ha cercato sempre il lato buono in tutti e tutto. Da sempre appassionato delle prediche che ascoltava a Messa, le memorizzava facilmente e poi, felice, le ripeteva agli amici, che intratteneva anche con giochi e canti, mentre parlava loro della grandezza di Dio e del Vangelo. Quindi si può dire che, da sempre, don Bosco è stato un predicatore allegro del Vangelo.

Crescendo, sentiva dentro di sé sempre più una “chiamata”. A vent’anni, infatti, entra in seminario e dopo sei anni diventa sacerdote. Inizia il suo apostolato, cioè a dir Messa e ad occuparsi delle persone della parrocchia che gli era stata affidata. Presto nasce qualcosa di grande dalle sue azioni: nasce l’oratorio! Un posto dove imparare a conoscere Dio, in un clima allegro fatto di giochi e preghiera, e dove si impara l’educazione.

Scrive, così, don Bosco nelle sue memorie: «Nella festa dell’Immacolata (nel 1841), stavo per celebrare la Messa. II sacrestano, vedendo un ragazzo in un angolo, lo invitò a servir Messa. “Non sono capace, non l’ho mai servita”, rispose mortificato il ragazzo. Celebrai la santa Messa, poi lo condussi in una cappellina. Con la faccia allegra gli parlai: “Mio caro amico, come ti chiami?”. “Bartolomeo Garelli”, rispose. Bartolomeo non sapeva leggere, né scrivere, e non ricordava come si faceva il Segno di Croce. In quella prima lezione di catechismo gli insegnai a fare il Segno di Croce, gli parlai di Dio Creatore e del perché Dio ci ha creati. Non aveva una buona memoria, tuttavia, con l’attenzione e la costanza, in poche lezioni riuscì a imparare le cose necessarie per fare una buona confessione e, poco dopo, la sua santa Comunione. A Bartolomeo si aggiunsero altri giovani. E questo è stato l’inizio del nostro Oratorio, che fu benedetto dal Signore e crebbe come non avrei mai immaginato».

Visto, bambini, come nascono le opere di Dio? “Per Causa”, quando invece ci sembrano per caso. Il caso non esiste, lo sappiamo, perché Dio è un Creatore che ama le sue creature e aspetta solo il nostro “Sì” perché possiamo sbizzarrirci nel creare con Lui opere belle! E come mai la spiritualità di don Bosco è detta Salesiana? Perché si ispira a San Francesco di Sales, da cui appunto nasce la Famiglia Sales-iana.

San Francesco di Sales era noto per la sua mitezza (calma e bontà con tutti) e per il suo saper “guadagnare anime” molto bene, perché era in grado di attirare tante persone a Gesù, parlando loro della tenerezza e dell’amicizia di Dio. A don Bosco queste due virtù del Santo piacevano tanto, e così ha deciso di seguire le sue orme. In ultimo, vi sveliamo un aneddoto che forse non tutti conoscono: san Francesco di Sales non era mite e paziente per natura, ma anzi, si arrabbiava facilmente, però ha saputo affidarsi agli abbracci di Dio e a chiedergli di aiutarlo a “guarire” dal suo infuriarsi.

Ci ha messo tanto tempo, ma ora è ricordato come il Santo della mitezza! Ecco, allora, che sull’esempio di San Francesco di Sales e di Don Bosco (da cui sono nati i Salesiani – sacerdoti in cammino sulle orme di don Bosco), e poi di Maria Mazzarello, fondatrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice (suore dette Salesiane), possiamo anche noi “stare allegri”, come recita il motto di tutta la Famiglia Salesiana, nonostante i nostri difetti, perché se stiamo con i Santi e con Gesù potremo solo migliorare sempre più!

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