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L’esperienza degli esercizi spirituali di 35 giovani della parrocchia di Santa Maria Assunta ad Assisi dal 2 al 5 gennaio

“Che cosa cercate?” gli risposero “Rabbì, dove dimori?”. disse loro: “Venite e vedrete”.

Ed è questo l’invito fatto ai 35 giovani che, il 02 Gennaio 2022, si sono messi in gioco e sono partiti per gli esercizi spirituali guidati da Don Carlo Candido. Destinazione Assisi! Un viaggio immersi nella storia di San Francesco e accompagnati dall’esuberanza del primo Beato del nuovo millennio: Carlo Acutis.

Due pilastri, due giovani, di ieri Francesco, e di oggi, Carlo, che hanno guidato questi giovani alla scoperta di se stessi, delle loro tante paure, del vero senso della vita : “Essere figli di Dio”. Tante sono state le tematiche suggerite e toccate dal nostro Don Carlo, dalla “paura di vivere” ad “affrontare la Tempesta”, ancora di più sono state le meditazioni personali e le condivisioni. Sono state proprio queste ultime a trasformare un percorso individuale in uno scoprirsi parte di una grande famiglia pronta ad ascoltare e ad accettare l’altro così com’è.

Decisivo il ruolo dello Spirito Santo che ha guidato per mano Don Carlo e i ragazzi, sia nelle adorazioni serali sia nelle preghiere di guarigione del cuore e di purificazione, in cui il Signore si è manifestato conducendoli negli angoli più nascosti del proprio cuore dove, tra gioie e lacrime, hanno toccato tangibilmente il Suo Amore Misericordioso.

Un’altra esperienza forte si è vissuta nel Santuario della Spogliazione dove, vicini alle spoglie del Beato Carlo Acutis, il 3 mattina hanno celebrato lì la santa Messa. Questa è l’esperienza di un turista, presente per una “Dio-incidenza”, quella mattina in Chiesa: “Ti premetto che sono un Cristiano, ma a modo mio…intendo dire che non frequento abitualmente la parrocchia, quasi mai la Messa, ma sono assolutamente convinto che l’Amore vincerà su tutto, in questi tempi straordinariamente difficili. Proprio la mattina del 03 gennaio circa alle 9 siamo entrati per caso nel Santuario della Spogliazione ed abbiamo assistito alla tua Messa, senza perdere una sola parola della tua omelia, restando “a bocca aperta” e con il cuore vuoto per riempirci della Verità da te predicata. Inoltre ho sentito un fortissimo richiamo a ricevere l’Eucaristia. Sempre “per caso” ci siamo poi ritrovati con te e i tuoi ragazzi lungo il tragitto per andare alla basilica di San Francesco dove poi, dietro al tomba del Santo, abbiamo ricevuto la benedizione. Tornato a casa ho ricevuto un “miracolo”. Ho infatti avvertito la presenza dentro di me di un tabernacolo unito al desiderio di farci entrare più persone possibili per condividere con loro una grande gioia…”

Tante anche le testimonianze che i nostri giovani hanno voluto lasciarci:

“:..Tutto ebbe inizio un giorno! Prima delle festività. Niente di che. Ho iniziato a pensare se andare o no a questo ritiro. Scelta molto dibattuta ma alla fine ho deciso di partecipare e sono molto felice della scelta! Ho sentito il Signore operare dentro di me ed è stata una cosa bellissima! Mi sono sentita libera e dentro di me ho provato tanta pace…! E che dire, esperienze da non perdere! Sono cose che non si riescono a spiegare ma semplicemente bisogna VIVERLE.! Ringrazio tutti per questa esperienza! E soprattutto le persone che mi sono state vicine!…”

“Per me i giorni di ritiro sono stati un ricominciare a vivere. Mi sono resa conto di quanto vivessi schematicamente e quanto spesso ho chiesto troppo a me stessa per poi arrabbiarmi se non riuscivo perfettamente in tutto ciò che mi ero prefissata di fare… rincorrevo la vita senza viverla! Ho capito che essa è un dono e ogni momento va accolto e vissuto in pienezza. Prima per me tornare a casa e dover stare ferma per così tanti giorni sarebbe stato un dramma, invece ora sto sperimentando la grazia di ascoltarmi e vivere il riposo nella pace, come dono, e approfittando per riprendere in mano la preghiera… Non vedo l’ora che stiamo tutti bene per vivere altri momenti di Paradiso insieme . GRAZIE”

“Non so se riesco a descrivere con parole la mia esperienza perché è stata un via vai di emozioni e un susseguirsi di cose. Ero partita con una domanda e pian piano che passavano i giorni pensavo di non aver ricevuto una risposta; poi però mi sono fermata un momento, ho riflettuto e solo in quel momento mi sono accorta che il Signore mi aveva ascoltata e che io non me ne ero nemmeno resa conto. Ho vissuto emozioni fortissime, che solo a ricordare mi sale una gioia immensa. Penso che quest’esperienza mi ha cambiata in meglio. Quando sono tornata a casa mi sentivo disorientata, sembrava che mi avessero presa da Marte e scaraventata sulla Terra di nuovo, non sapevo che fare, non sapevo come alimentare quella gioia che provavo. Mi saliva l’angoscia al solo pensiero di non poter partecipare alla messa quotidiana, cosa per me insolita dato che, di solito, la domenica, mi dovevano costringere a parteciparvi. Lì ho conosciuto delle persone magnifiche, delle persone che pian piano sono diventate una seconda famiglia, delle persone che per la prima volta non mi facevano sentire sbagliata, , delle persone che se prima mi avessero detto che ci avrei fatto amicizia gli avrei riso in faccia, delle persone con un cuore enorme, pronte ad accogliere il prossimo proprio come hanno fatto con me. Io sento di aver incontrato il Signore in ognuna di quelle persone, l’ho sentito dentro di me ed è grazie a Lui che, se oggi dovessi morire non penserei di non aver vissuto la mia vita a pieno, come sempre mi ero detta, anzi so che morirei con il sorriso e con quella voglia matta di rivivere quella pace che ho avuto in quei giorni e il solo pensiero che essa sarebbe eterna mi rende ancora più desiderosa. Posso dire che solo ad oggi so cos’è la felicità, perché l’ho vissuta e so per certo che non è una discoteca che può rendermi felice, ma quella pace che ho avuto, vissuto. Ringrazio tutti per avermi aiutata a vivere al meglio quest’esperienza e soprattutto Don Carlo che grazie al suo amore ha aiutato molti di noi, inclusa me, a vivere quest’esperienza indimenticabile nel migliore dei modi.”

“ A me personalmente questa esperienza serviva ed è servita perché stavo, e tuttora ci sto ancora, in un momento di tenebre e grazie a questo ritiro ho visto una grande luce che mi ha preso e mi ha sollevato. Ho fatto nuove amicizie ho conosciuto persone fantastiche .I momenti di preghiera sono stati bellissimi, mai vissuti in vita mia e spero che in futuro potrò riviverne altri”

“Da quest’esperienza mi porto la consapevolezza che devo farmi piccola e umile per entrare nel cuore del Signore. Lui mi ha stupito facendomi capire che posso incontrarlo quando meno me l’aspetto:  nei miei fratelli, anche fuori una farmacia aspettando l esito di un tampone. Ogni giorno mi ha insegnato come vivere la vita eterna quaggiù, facendomi capire che devo amare iniziando proprio dagli ultimi, quelli che non vengono considerati, quelli che vivono nella morte e consegnarglieli nella preghiera, amandoli sentirò la Sua gioia, la Sua pace, il senso della mia vita. Mi ha donato momenti di Paradiso, ho visto il suo sguardo su di me e mi ha detto che mi ama di un amore che non posso comprendere, un amore eterno e in alcuni momenti il cuore mi scoppiava nel petto per quanto amore mi ha riversato al suo interno. Nella mia stanza è “capitata” una ragazza con i miei stessi problemi, ed è nata da subito un’amicizia vera, quella per cui avevo pregato tanto e cercato. Insieme abbiamo deciso di affidare i nostri problemi a Lui e alla Madonna, certe che loro colmeranno la nostra sete d’amore e ci daranno la forza per fare scelte difficili ma necessarie per stare bene. Ogni condivisione del gruppo mi ha fatto avvicinare al cuore di Dio e per questo Lo ringrazio e ringrazio te, Don Carlo, che sei stato il Suo tramite, la tua dolcezza per come ci hai guidato e anche per la calza alla Befana, mi sono sentita amata come da una mamma e questo mi mancava tanto, Dio ti benedica.”

Allora questo messaggio lo volevo scrivere da tanto, ma un po’ il fatto che non mi sembrava mai il momento e un po’ il fatto che sono un timido ho sempre detto “vabbè un’altra volta” e non lo scrivevo mai. Alla fine l’unica e sola cosa che vi voglio dire è grazie e che vi voglio bene. Non mi sento lo stesso di prima: non riesco ad incazzarmi con niente e nessuno, mi sento più calmo e riesco ad affrontare tutto con una calma immotivata, che non riesco a spiegarmi razionalmente. Mi sento come se avessi buttato i miei vecchi occhi e letteralmente li avessi cambiati. Io alla fine ho sempre cercato di rendermi quello che mi ha rovinato: freddo, distaccato, una persona stronza, il fatto che ora capisco che quello che ero prima non ero veramente io credo sia già un passo avanti, ma in ogni caso credo che sia una cosa che per sparire ci metterà tanto. Tutto questo è grazie a tutti voi che insieme a don Carlo mi avete fatto capire cose che avevo letteralmente davanti gli occhi ma ignoravo. Un grazie speciale va a don Carlo che per me oggi rappresenta quella parte del mio papà che mi mancava.”

 “Per me questa è stata una grandissima opportunità e non finirò mai di ringraziarti, Don, di avermi mandato quella mattina il messaggino per invitarmi. Da questa esperienza, ho capito come Gesù mi sia stato sempre vicino, come abbia sempre teso quella sua mano, come ha fatto con Pietro in acqua e sia sempre venuto a prendermi per i capelli, nonostante mi ostinassi a percorrere un cammino, in dipendenza affettiva, che non era il mio. Ora Gesù mi ha detto e fatto capire, come alla dodicenne: «va’, cammina con le tue gambe, non devi poggiarti a nessuno, uomini inclusi, hai già tutto per essere felice». E ho capito quanto Gesù mi ami. Già questo dovrebbe farmi impazzire di gioia. Grazie ancora”

“Tutti prima di partire mi dicevano “fidati tornerai cambiato”, infatti è stato così. Questo ritiro è stato un qualcosa di bello, di inimmaginabile, è difficile da spiegare, e come se la mia vita fosse iniziata in questo ritiro, come se io fossi nato in quei giorni. Durante gli esercizi spirituali ho potuto vivere un’esperienza di fraternità. Il mio cuore purtroppo indurito dalla vita è come se in quei giorni si fosse allenato ad amare e così si è sciolta la crosta dell’indifferenza, della freddezza ed è divenuto caldo e accogliente. Durante gli esercizi ho potuto capire e soprattutto sperimentare cosa significa FIDARSI DI GESÙ.E’ solo aprendo il nostro cuore a Lui che potremmo sperimentare il Suo amore e la Sua potenza in noi, una fiducia e un abbandono a Lui che ti rendono libero e senza paure. E nei momenti di Tempesta dovrò ricordare che Dio mi Ama e che la tempesta passerà ed essa sarà servita ad insegnarmi qualcosa. Decisivo per me è stato il passo del vangelo che abbiamo meditato nella catechesi la mattina, prima di partire: Matteo 14,22-33. Ecco vedendo Pietro ho capito che nella mia vita tante volte non mi sono fidato di Dio, tanto volte l’ho creduto un fantasma e così facendo mi sono fatto dominare dalla paura e dallo sconforto e non ho seguito la sua chiamata non ho creduto a quel ”VIENI” che ti cambia e che ti mette nelle sue mani; ed è stato lì che ho capito che bisogna fidarsi di Dio in quel momento tutto me stesso si è lasciato andare a lui totalmente, ho coronato in quel giorno un cammino iniziato con gli esercizi spirituali e mi sono lasciato andare all’amore e alla potenza di Cristo Gesù nostro papà. A chiunque leggerà questo messaggio dico: fidatevi di Dio perché se lo lasciamo entrare lui farà grandi cose per noi”.

“Il mio ritiro è iniziato giorni prima di partire, la protagonista di quei giorni ovviamente era la mia ansia, le mie continue aspettative, le ipotesi, i tanti ma, se, forse… avevo paura che avendo già fatto un’esperienza così forte non c’era più spazio per me o comunque per rivivere certe cose, pensavo che Gesù dovesse dare ad altri, che io non fossi all’altezza di altre grazie, pensavo che non me le meritassi, che non fossi stata “brava”, sai tipo babbo natale che non ti porta i regali perché hai fatto la cattiva durante l’anno. Che ingenua, che stupida: valutare Dio per l’idea sbagliatissima che ci facciamo di lui, un’idea molto umana mi viene da aggiungere, e non per quello che in realtà è. Ho avuto l’ennesima certezza della sua grandezza, del suo amore smisurato e gratuito per ognuno di noi, ho vissuto quest’amore nella sua pienezza e ne sono stata talmente travolta da aver paura del ritorno alla realtà. Ho vissuto un Gesù che si è mostrato in modo diverso dalla prima volta, sorprendendomi come se fosse davvero la prima volta. I miei esercizi spirituali sono stati un percorso strettamente collegato e in crescita dove ogni giorno si aggiungeva un tassello in più al disegno che mi voleva far capire, dalle parole che uscivano alle meditazioni, ai dolori di testa nelle preghiere di guarigione, all’esempio di una vita giovane e normale ma beata come quella di Carlo Acutis, all’estrema umiltà di San Francesco.

Essenzialmente si può riassumere tutto con poche parole, quelle che mi porto sono: «Lascia fare, non sei sola, Fidati, non temere, non sei sbagliata ma puoi sbagliare, i tuoi schemi e il controllo ti stanno intrappolando, la paura e la concezione del tempo ti sta uccidendo mentalmente, vivi il presente, non fare paragoni, non far vincere le tue ansie ma guardale in faccia e dagli il giusto peso, non assolutizzare, sii obbiettiva, vedi anche il positivo, accetta le tue fragilità, sii Umile, non sentirti superiore, poniti con gentilezza, mettiti in gioco senza certezza di vincere; alzarti e cammina, c’è chi crede in te»,e che devo iniziare a farlo anche io; quello che  ti mette nel cuore è sempre possibile; non sarà per il lavoro o i successi che varrai ma chi sei, come lo sei; un domani dovremmo dar conto solo di quanto e di come abbiamo amato. Mi sono anche resa conto di quanto in questi ultimi mesi stessi correndo, riempendo la vita di tante cose pur di non fare ciò che realmente dovevo: ovvero lo studio, perché era più comodo, faceva meno paura non fermarsi, non avere il tempo di pensare, di guardare in faccia e convivere con le mille ansie, ma ho capito anche questo periodo, che io chiamavo perdita di tempo e in realtà perdita non è stata; oggi lo chiamo con il suo nome: tempesta provvidenziale, ho capito che prima o poi deve arrivare, ma come arriva finisce.  Ho anche capito di quanto sia presente la mano di Dio soprattutto nella sofferenza e di quanto io non lo abbia riconosciuto perché troppo occupata a vedere solo il brutto, di quanto la mia ricerca di certezze nella tempesta sia vana, che i miei medici non hanno cure, ma che la sola cura è la fiducia. «Non abbassare lo sguardo dal volto di Dio». Ho capito di quanto avessi bisogno di questo periodo per ritrovarmi, per fare i conti con i miei limiti, le mie debolezze e ‘stare’ in questo, ascoltarmi, rispettarmi, accettarmi. E devo dire non è stato facile per una che ama sentirsi forte mettersi così tanto a “nudo”. È un grande superamento che ho deciso di riconoscermi, di darmi una pacca sulla spalla da sola, senza aspettarmi il “brava” da nessuno, eliminando il mio continuo sminuirmi; grande esempio di una persona tanto forte quanto insicura. Ho capito che il solo modo di Ricominciare a vivere la mia vita in totale serenità è fare meno, pensare meno, lasciar fare e lasciar andare, prendere le cose come e quando vengono; non farmi più condizionare da niente e nessuno, alla fine un amore disinteressato, puro è proprio questo no? Andare oltre. Con questo non sto dicendo di vivere allo sbando, ma di vivere con più leggerezza ovvero senza schemi, senza controllare il mondo, convincermi che quello che deve arrivare in un modo o nell’altro arriverà ed io non potrò farci nulla. So quanto tutte queste siano belle parole, quanto sia facile a dirsi e difficile a farsi, ma voglio provarci, impegnandomi davvero senza trovare scuse su scuse. Camminare dietro Gesù e non verso di lui.

Voglio concludere con un la frase di una canzone che per me rappresenta a pieno questo ritiro: “abbiamo visto l’amore vincere”. Si ho visto l’amore, l’ho visto nella faccia dei miei compagni di viaggio. l’ho sentito in me, come un fuoco che non può essere spento, l’ho sentito quella sera che ci ha fatto abbracciare tutti e, credimi, dopo ogni abbraccio il cuore si allargava e batteva sempre di più e la gioia, la gioia era così grande da non controllare le emozioni, ma lasciarti andare come non mai e dire: “prendimi sono qua e sono tua”. Grazie a te Gesù, per esserci e per esserti mostrato ancora una volta. Grazie a te, Carlo, grazie per averci accompagnato con la manina, grazie per le verità, grazie per la durezza di alcune frasi, grazie per gli schiaffi virtuali, grazie per il tuo tempo, semplicemente grazie per quello che fai, come lo fai. Ti voglio bene”.

Tante le paure, , le “lotte interiori”, le luci e i dubbi che hanno accompagnato i ragazzi, ma come si evince dalle testimonianze questo ritiro è stato per molti una svolta, la svolta, un punto di partenza, una grande scoperta “con Gesù si può!”

Ora tocca a loro, proprio come duemila anni fa ha fatto Gesù, annunciare a tutti “Venite e Vedrete”.

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