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Progetto Policoro – Formazione Nazionale

Assisi 01-05 Dicembre

Nonostante fossi al mio secondo anno di mandato del Progetto Policoro, Assisi 2021 è stata la mia prima formazione nazionale e, come mi avevano già anticipato, le parole non sono mai abbastanza per descrivere ciò che si sperimenta in ogni attimo, in ogni istante di quell’intensissima esperienza.

Chiedendomi “due paroline” su ciò che ho vissuto, devo ammettere che è la prima volta in cui trovo difficoltà a capire da dove iniziare. Il Progetto Policoro desidera sostenere ogni giovane lungo il proprio cammino di vita, ma paradossalmente, prima di sostenere quel giovane che si affaccia allo sportello diocesano, ridona luce in primis ad ogni Animatore di Comunità.

È durante quei giorni di formazione che allora ti senti grata del dono che hai ricevuto, perché sei stata scelta e sei stata chiamata a cambiare, prima della vita di coloro che incontrerai, la tua vita. Non c’è servizio più straordinariamente autentico di quello che, nell’essere chiamato a donare, in realtà sei tu che ricevi.

Il tema che ci ha accompagnati è stato l’Appassionarsi – uno dei verbi che Papa Francesco ha donato a noi Animatori di Comunità in occasione del 25° anniversario del Progetto Policoro – e la figura di riferimento, che avremo come nostra guida per questo anno di mandato, sarà don Lorenzo Milani.

Chi meglio di lui può incarnare fino in fondo la passione, in particolar modo verso i più deboli, quella passione capace di “rompere gli schemi” come solo un giovane ha coraggio di fare? I momenti vissuti con mons. Domenico Battaglia (vescovo di Napoli), don Michele Falabretti (responsabile di Pastorale Giovanile a livello nazionale), con la stessa Valentina Rodini – oro olimpico nel canottaggio di Tokyo 2021 – hanno trasmesso in pieno quanto la passione, ma soprattutto l’Appassionarsi, sia fondamentale per portare avanti il nostro servizio con e per i giovani. Giovani che, nella società contemporanea, possono rappresentare gli ultimi e i dimenticati dei giorni nostri e a cui dobbiamo ridonare speranza.

È necessario sincronizzare i nostri passi ai loro, definire obiettivi comuni mettendo insieme la bellezza dell’essere cristiani: e si sa, quando giovani si mettono insieme, possono fare grandi cose! L’Appassionarsi comporta in sé sacrificio, alterna giorni di gioia ed altri di tristezza, ma se così non fosse forse non sarebbe ciò che davvero ci fa battere il cuore. Lo stesso Gesù ci ha insegnato quanto la Croce è simbolo di quell’appassionarsi e del donare la propria vita per amore degli altri.

Mons. Battaglia ci ha ricordati infatti quanto la Croce sia segno della vulnerabilità dell’amore: “l’Amore è vulnerabile!”. La mia e la tua passione, il mio e il tuo progetto di vita, sono tali soltanto se in grado di condurti a spenderti fino alla fine. Perseveranza, l’avere il coraggio di crederci nonostante tutto, e i “sì” quotidiani – sosteneva Valentina Rodini nel raccontare la sua meravigliosa esperienza olimpica – sono gli strumenti da portare necessariamente nello zaino del “pellegrino appassionato”.

A far da cornice in questo quadro di testimonianze e di incontri capaci di toccarti dentro, Assisi e la spiritualità di San Francesco, uniti ai momenti di preghiera e di riflessione vissuti con le suore alcantarine, il cardinale Bassetti – presidente della CEI – , il nostro Don Bruno Bignami e tanti altri, hanno sicuramente permesso un cammino spirituale, parimenti a quello formativo, dando slancio al nostro stile di discepoli di Cristo.

Ciò che mi ha stupita è stata soprattutto vivere questi momenti sentendosi allo stesso tempo Figli e Fratelli, seppur di diocesi e provenienze diverse. È lì che abbiamo sperimentato l’essere un Corpo solo e l’aver al nostro fianco l’Alleato vincente: e guai a noi Animatori di Comunità se, nel nostro mandato, la luce e la bellezza di Cristo fossero messi in secondo piano, quasi come se fossero un aspetto accessoriale e marginale.

Non saremmo gli stessi, ma soprattutto non potremmo avvalerci di quel “filo rosso” che ci lega indissolubilmente gli uni agli altri. Gli spazi dedicati interamente a tutti gli Animatori di Comunità si sono alternati poi con laboratori di gruppo, che ci hanno dato l’opportunità di conoscerci per singoli anni di mandato, provenienti da tutta l’Italia. Una storia particolarmente significativa ha tracciato il nostro percorso condotto insieme al formatore che ha condiviso con noi quei giorni: “La gabbianella e il gatto che le insegnò a volare” di Luis Sepulveda, testo dall’immenso valore morale.

Tra istanti dedicati al discernimento personale in cui siamo stati chiamati a porre lo sguardo sul nostro cammino di vita, tra attimi di dono reciproco dove ci siamo consegnati nella bellezza di ciò che eravamo insieme alla nostra storia, tra sorrisi ricchi di passione e il mettersi in gioco senza alcuna paura che abbiamo compreso come “non si vola mai al primo tentativo, ma ci riuscirai!” – come dirà il gatto alla gabbianella.

Una lezione questa, che dovrebbero imparare tutti i giovani e che torna a fare eco su quell’ “appassionarsi”: non c’è passione senza aver il timore di perdere qualcosa, senza aver il coraggio di cadere per fare delle scelte. L’augurio e la frase con la quale il nostro formatore ci ha lasciati è stata infatti: “Vola solo chi osa farlo!”.

Quanto è importante credere in noi stessi ed essere consapevoli che solo attraverso di noi può passare il cambiamento? È grazie questa consapevolezza che possiamo aiutare altri giovani a credere in loro stessi, nei loro talenti, e a credere che i loro progetti di vita sono sogni realizzabili e possibili perché, se quella è la strada attraverso la quale il tuo cuore è in grado di pulsare ancora più forte, allora forse varrà la pena di rischiare tutto per quella strada. Ma soprattutto, se capiamo che è Dio a spargere quel seme nel terreno della nostra interiorità, allora sicuramente sarà la strada giusta, capace di dare frutti in abbondanza e frutti dal sapore di eternità.

Il racconto di questa appassionante esperienza che porterò sempre con me non può però concludersi senza esprimere la mia profonda gratitudine verso alcune persone. In primo luogo, ringrazio Mons. Lagnese per avermi affidato questo prezioso mandato, così come Mons. Pascarella per aver rinnovato la fiducia nei miei confronti, nonostante le pochissime opportunità di incontro.

Ho il dovere poi di ringraziare il mio terzo anno, Rosa Vuoso che in questa esperienza mi ha preso per mano e mi ha donato in maniera straordinaria cuore ed anima del Progetto Policoro. Grazie Rosa, per esserti presa cura di me e dei tanti giovani che ti sei trovata davanti.

Anche se per te il Progetto Policoro sta “burocraticamente” volgendo al termine, mi piace pensare come questo mandato sarà, anche per te, quello che ti accompagnerà e segnerà una vita intera. Continueremo allora insieme a rinnovare quel “sì” ogni giorno e a condurre chi ci succederà a seminare, si spera, altrettanta bellezza. Grazie al nostro Tutor Giuseppina Trani, per credere costantemente in noi e nel mettersi in gioco con noi per la diocesi di Ischia.

Grazie ai formatori, all’intero staff ed equipe del Progetto Policoro – in modo speciale Don Bruno Bignami – perché Assisi 2021 è stata una rinascita dopo il periodo di lockdown e di restrizioni. Grazie a voi, perché vi siete appassionati insieme a noi e avete garantito che tutto si svolgesse nel migliore dei modi.

Grazie ai miei compagni di secondo anno provenienti da tutte le regioni italiane: è stata per noi la prima volta che abbiamo potuto incontrarci personalmente, dopo il primo anno vissuto a distanza e con la puntuale pazienza di dover collegare ogni nome ai piccoli volti inquadrati dalle telecamere del PC. Che gioia guardarci per la prima volta senza filtri, ridere insieme gli uni accanto agli altri, e comprendere come il nostro essere lì non era un caso! Grazie a voi per esservi donati gratuitamente.

Per ultimo, ma non perché meno importante, vorrei ringraziare i miei compagni di viaggio campani, che sono per me come una seconda famiglia. Grazie ai senior, per l’amore trasmesso verso il ruolo di Animatore di Comunità e per gli occhi lucidi, ricchi di pienezza e di gratitudine, che sarà il mio trampolino di lancio nel servizio in diocesi: grazie allora Viviana e Smimmo, Concetta, Pasquale, Carmine, ed anche se non presente fisicamente, Lucio. Grazie ai nuovi terzi anno che sono come angeli custodi nel mio mandato: grazie allora Domenico, Mario, Mirko, Sonia, Francesco, Chiara, Rosa, Asia, Simone, Lorenzo e Nicola.

Grazie ai primi anni per il loro essersi fidati ciecamente e per avermi consegnato la loro parte migliore: grazie allora Lucia, Mariapia, Lorenzo, Riccardo, Salvatore, Emilia, Gaetana, Eva, Maria, Dora, Mario. Grazie ai miei colleghi di mandato, perché il Progetto Policoro non sarebbe lo stesso senza di voi: grazie allora Danila, Giovanna, Francesco, Fabio, Gianfelice, Michele e Adriano.

Concludo con la consapevolezza che queste poche righe non sono davvero abbastanza, ma si sa come i ricordi più belli sono sigillati nel nostro cuore. Nel 1993 gli 883 lanciavano il brano “Come mai”, da cui desidero riprendere questa citazione: Come mai, ma chi sarai, per fare questo a me?”.

Ma chi sei e chi sarai davvero nella mia vita, caro Progetto Policoro? Per continuare a credere in me stessa, per spingermi ad appassionarmi ancora una volta, per accettare di mettermi in gioco per gli altri, caro Progetto Policoro, com’è che riesci? Com’è che operi e fai questo a me, e cosa sono io per coloro che incontrerò, caro Progetto Policoro? Sì caro Progetto Policoro, voglio scoprirlo con te!

di Sara Costa

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