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Siamo fatti per il cielo e non per questa terra

Su questa terra resteremo il tempo che il Signore ha stabilito per ognuno di noi

1° anniversario dalla morte di don Angelo Iacono

Un anno fa il Signore chiamava a sè don Angelo Iacono: un umile lavoratore nella Sua vigna. Il 19 novembre dello scorso anno, pochi ebbero l’onore di salutare quest’ umile Sacerdote e parroco che ha speso la sua vita per il suo popolo, vittima delle complicazioni dovute al contagio da Covid-19…

Un anno fa dopo una vita dedicata all’annuncio del Vangelo e alla Salvezza delle anime, il Signore congedava dalla sua vigna un umile lavoratore che per 56 anni aveva sparso il profumo di Cristo nel sacerdozio: Don Angelo Iacono, parroco di Serrara per 44 anni, un pastore che nonostante la sua età e le varie prove che, soprattutto durante l’ultimo decennio, l’ avevano visitato, ha servito con umiltà, dedizione e amore il suo popolo fino all’ultimo, “si è fatto tutto a tutti per guadagnarne il maggior numero” come dice San Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi.

Don Angelo non ha condotto la sua vita con egoismo ma, con la missionarietà, l’amore, la pacatezza, la semplicità e il carisma che hanno contraddistinto il suo sacerdozio, ha cercato di far conoscere e amare Cristo: tutti erano protagonisti del suo ministero, giovani, adulti, famiglie e anziani, a nessuno mancava di parlare di Cristo in modo semplice e diretto, ribadendo ai lontani che dovevano ritornare a Lui e lasciare la via del male che ci allontana dal maestro Divino, impegnandosi secondo il proprio stato a seguirlo.

I tanti anni di ministero e il suo operato hanno tracciato una linea profonda e indelebile sulle vite della sua gente e nel suo paese natio, Serrara, che a distanza di un anno dalla sua partenza per il Cielo non può non ricordarlo con affetto, gratitudine e riconoscenza, quella riconoscenza dovuta ad un pastore che nella sua vita ha insegnato anche ad amare con passione la natura della nostra Isola e la sua morfologia in tutti i suoi elementi e soprattutto ad avere rispetto del nostro prossimo, dei nostri antenati che ci hanno fatto del bene e dei tanti sacerdoti dell’ isola e del nostro Paese che hanno lasciato scritti e composizioni.

Tra questi spiccano il Canonico Don Florindo Matarese, sacerdote e poeta di Fontana, che ha lasciato i famosi “Suniett a Funtanes” e altre composizioni che don Angelo ha cercato di far conoscere, o le opere del già sacerdote e professore di Serrara don Mario Iacono, o il profilo storico e le opere del sacerdote del Ciglio don Vincenzo Mattera, professore presso il Seminario di Ischia, morto in giovane età nel 1905 lasciando sgomenti gli abitanti del Ciglio e i tanti seminaristi del Seminario di Ischia.

Queste opere, ribadiva don Angelo più volte, erano un tesoro prezioso da custodire, cosi come lo erano le Chiese di cui don Angelo è stato custode e che ha voluto restaurate, dapprima portando all’antico splendore il barocco tempio parrocchiale all’inizio del nuovo millennio e successivamente, in un grande percorso di valorizzazione, la Chiesa dell’Assunta e di San Ciro al Ciglio, caratterizzata dalla tipica pietra verde tufacea che contraddistingue il borgo stesso, e  in cui don Angelo si è prodigato affinché, grazie alla grande devozione verso il santo medico eremita e martire di Alessandria D’Egitto, Ciro, morto nel 311 D.C., i devoti potessero anche soffermarsi e ammirare la morfologia tipica della pietra tufacea caratteristica della Chiesa, costruita dalla manovalanza locale dopo il calamitoso terremoto del 28 luglio 1883 che sconvolse Casamicciola e parte dell’ isola.

Dalla sua azione pastorale scaturisce la riconoscenza verso un pastore /uomo di Dio che ha messo in pratica l’insegnamento del Signore Gesù,” amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”, che si è sforzato fino all’ ultimo di creare una comunità fondata sull’amore. Siamo certi che dal Cielo come Padre veglierà per sempre sul suo popolo e sulla sua gente!

Grazie Don Angelo per quello che sei stato e che hai fatto per noi: un pastore che si è speso fino all’ultimo per il suo gregge; grazie per il tuo esempio di preghiera vivente; grazie per averci insegnato a partecipare con decoro e degnamente alla Santa Messa e a rispettare il Tempio di Dio; grazie perché ci hai insegnato ad amare la Madonna, a prenderla come nostra madre e ad onorarla specialmente nella recita del Santo Rosario; grazie per i tuoi rimproveri e per le tue sollecitazioni a cambiare quando non seguivamo la retta via; grazie per l’amore che ci hai trasmesso per la natura che Dio ci ha donato e che ci hai insegnato a rispettare; grazie per tutte le parole di pace che hai messo in tante famiglie disagiate e divise; grazie per i tuoi silenzi: sono stati per noi di esempio quando alle volte parliamo troppo e male; grazie per il sacerdote autentico che sei stato nella semplicità della tua vita, del tuo ministero e dei tuoi carismi! Il tuo ricordo e la tua presenza ci accompagneranno nel nostro cammino, ti sentiamo vicino e ti immaginiamo che ci aspetti come buon Padre alle porte del Cielo!

E quando sarà il nostro turno siamo sicuri che ci indicherai al Signore come suoi figli! Grazie di tutto, don Angelo, il Signore Sommo ed Eterno Sacerdote ti dia il premio riservato ai servi buoni del Vangelo!

di Luigi Schiano

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