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Tempo divino, tempo dell’uomo

Un don Emanuel Monte particolarmente emozionato ha introdotto, lunedì 17 maggio, la conferenza di presentazione per la riapertura al pubblico del MUDIS, il Museo Diocesano di Ischia, tenutasi nel palazzo del Seminario, a Ischia Ponte, e trasmessa in diretta Facebook sul sito della Diocesi e del settimanale diocesano Kaire. Il parroco di San Sebastiano martire a Forio, nel presentare e ringraziare i partecipanti all’incontro – S.E. Mons. Pietro Lagnese, la dott.ssa Barbara Jatta, Direttrice dei Musei Vaticani e la Dott.ssa Teresa Elena Cinquantaquattro, Soprintendente all’Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli – ci ha tenuto a sottolineare come questo sia un momento particolarmente importante, un voltare pagina, un primo passo per uscire dal TEMPO SOSPESO che abbiamo vissuto, quello della pandemia, per riappropriarci di spazi e momenti che ci sono stati a lungo negati.

Un progetto, quello del MUDIS, nato nel 2016 per l’intuizione e l’intraprendenza del Vescovo Mons. Lagnese, e che, grazie alla collaborazione preziosa e competenza di professionisti del settore archeologico-museale e con in contributo dell’8xmille della Conferenza Episcopale Italiana, ha potuto finalmente essere realizzato. La riprogettazione dell’intero museo infatti è avvenuta anche grazie ad un input giunto tre anni fa dai Musei Vaticani, quando la dott.ssa Jatta, in visita ad Ischia, ha voluto, di concerto con il Vescovo, valorizzare un reperto piuttosto sconosciuto, il sarcofago isolano di Bethesda, murato all’interno dell’appartamento vescovile e restituito ora al suo splendore grazie al lavoro paziente di esperti professionisti del settore.

Già presentato nel 2019 presso il Museo Pio Cristiano dei Musei Vaticani, assieme ad un sarcofago con lo stesso soggetto di proprietà degli stessi, il nostro sarcofago è ora tornato a Ischia, all’interno della Mostra che viene riproposta: TEMPO DIVINO. I Sarcofagi di Bethesda e l’avvento del Salvatore nel Mediterraneo antico che inaugura l’apertura del nuovo allestimento museale.

La mostra ci consente infatti di ammirare due preziosi esemplari di sarcofagi del IV sec., cosiddetti di Bethesda: l’uno della Diocesi di Ischia, che sarà poi allocato definitivamente in una sala del MUDIS al primo piano, l’altro, recuperato in Vaticano nei lavori per la costruzione della Basilica di San Pietro, anch’esso prezioso e oggetto di restauri settecenteschi e parte di spicco della raccolta di sarcofagi paleocristiani dei Musei Vaticani, tornerà a Roma a chiusura della mostra, a fine ottobre. Dopo l’introduzione entusiasta di Don Emanuel, è stata la volta della soprintendente, dottoressa Elena Cinquantaquattro, che ha messo in evidenza l’importanza dell’evento che valorizza sicuramente il patrimonio culturale dell’isola, già di per sé ricchissimo.

E’ noto infatti che risale all’VIII secolo a.C. la colonizzazione dell’isola da parte dei Greci provenienti dall’Eubea, i quali, solcando il Mediterraneo da Oriente a Occidente, affrontarono e vinsero la sfida di dar vita ad un nuovo mondo, di cui l’isola d’Ischia fu avamposto di spicco. Abbiamo alle spalle una storia stupenda, siamo stati collaboratori e produttori di civiltà, come testimoniano i reperti presenti in Villa Arbusto, gli scavi del quartiere artigianale di località Mazzola che narrano l’importanza dell’isola nel campo della produzione metallurgica.

Anche gli Scavi di Santa Restituta ricoprono un ruolo di primo piano, non solo nel rivelare la presenza di un quartiere artigianale per la lavorazione della ceramica, ma anche per il fatto che la basilica fu uno dei primi edifici di culto presenti sul territorio. Spostandoci nel lato orientale dell’isola ci imbattiamo nel Castello e nella baia di Cartaromana, la parte colonizzata dai romani, l’antica Aenaria.

Dagli scavi subacquei condotti dagli studiosi con la collaborazione della Sovrintendenza sono emersi reperti che attestano l’esistenza di un importante scalo marittimo. In questo panorama culturale ricchissimo, si aggiunge il ruolo del MUDIS che offre la possibilità a tutti i visitatori di osservare il patrimonio storico, religioso e artistico dell’isola con l’esposizione di oggetti, pitture, marmi, provenienti dalle varie chiese disseminate sul territorio e da quelle sul castello.

La dott.ssa Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani – che hanno visto nel 2019 la presenza di sette milioni di visitatori nonostante il periodo “nero” di chiusure e riaperture dovuto alla pandemia – ha esordito affermando che “oggi è una bella giornata” non solo perché fuori splende il sole, ma per la riapertura del Museo Diocesano, proprio con quella mostra, Tempo Divino, che era stata l’ultima inaugurata in Vaticano prima del lockdown.

La dottoressa Jatta si è detta entusiasta della collaborazione tra il Museo diocesano di Ischia e i Musei Vaticani, punto di riferimento imprescindibile per la riscoperta delle nostre radici culturali, artistiche e religiose. E cita in proposito la lettera di Raffaello Sanzio, scritta con la collaborazione di Baldassarre Castiglione a Papa Leone X per sollecitarlo a quell’opera di salvaguardia che si rivelò fondamentale per la conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale di Roma. L’accenno della dottoressa non è stato casuale e rimanda al concetto di Rinascita della nuova Roma; un concetto che oggi più che mai sentiamo impellente dopo questo lungo periodo di chiusure materiali e mentali.

La conferenza è stata conclusa da Sua Eminenza Mons. Pietro Lagnese che, a servizio della Comunità per otto anni e convinto che i beni della Chiesa siano i beni di tutti, ha voluto aprire questo nuovo spazio museale a tutti gli isolani e a quanti si troveranno da turisti sull’isola. e ha, a sua volta, sottolineato come tutto sia stato realizzato anche grazie ai fondi dell’8xmille devoluti alla Chiesa cattolica.

Il Vescovo ha inoltre evidenziato come sia stata sua preoccupazione rendere il Museo, e tutto l’antico Palazzo del Seminario, fruibile a tutti, anche a chi, per difficoltà motorie, se ne potesse sentire escluso. È stata così rimossa ogni barriera architettonica e aperto un nuovo spazio espositivo al pianoterra. La riapertura del Museo Diocesano è quindi anche un’occasione in più per valorizzare e rilanciare il borgo storico di Ischia Ponte così caro non solo ai residenti, ma a tutti gli abitanti e ad innumerevoli turisti. Padre Pietro ha poi ringraziato tutti coloro che hanno collaborato con lui negli otto anni del suo mandato per dare “a quest’isola un futuro meraviglioso”..

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L’invito è ora rivolto a tutti: il MUDIS è visitabile da venerdì 21 maggio, con i seguenti orari: martedì h 10-12 – 17-19; venerdì h 17-19; sabato h 10-12 – 17-19; domenica h 10-12. L’ingresso è su prenotazione (causa Covid),  all’indirizzo mail mudis@chiesaischia.it, sulla pagina Facebook MUDISCHIA, oppure chiamando il numero 333 1745489 (anche via WhatsApp)

Il Vescovo Pietro invita gli ischitani a visitare la nuova area museale del MUDIS e la Mostra Tempo Divino come suoi ospiti fino al 1° giugno, data in cui si aprirà a tutti.

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